A Spoltore sito di epoca romana ottiene vincolo per zona archeologica

Arriva il vincolo per la zona archeologica di Santa Teresa di Spoltore, il sito in via Saline con i resti di una Villa Romana e l’impianto di produzione per ceramica. La decisione è stata presa dalla Commissione regionale per il Patrimonio Culturale dell’Abruzzo.

A comunicare l’importante provvedimento al Comune di Spoltore è stata la Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio dell’Abruzzo. “Il territorio di Spoltore – scrive l’archeologo Andrea Staffa nella relazione scientifica allegata al provvedimento – risulta interessato in antico da numerose testimonianze di ville e altri insediamenti romani”.

Si tratta di segni di un tracciato che risaliva la valle subito a nord del fiume Pescara, nel percorso oggi ripreso dalla Statale 602. “L’area archeologica della villa romana in località Santa Teresa – prosegue Staffa – è stata interessata da ampi scavi archeologici, iniziati nel 2000 e ripresi fra 2009 e 2012, con la collaborazione dell’Università ‘d’Annunzio’.

Le indagini sinora condotte rivelano un articolato ed esteso impianto produttivo: sono state individuate almeno tre fornaci collocabili dal I-II secolo d.C. alla tarda età imperiale. “Proseguire gli scavi è una grande opportunità – dichiara in una nota il consigliere comunale Cinzia Berardinelli – considerando il valore dei beni nascosti nel suolo”.

Si è, inoltre, scoperto che un incendio ha messo fine all’insediamento produttivo. Il vincolo eviterà che lavori agricoli o l’espansione urbanistica della frazione di Santa Teresa possano provocare danni agli impianti: nell’area oggetto del provvedimento “è vietata qualsivoglia attività di carattere urbanistico”.

Ringraziamo la Soprintendenza, la dirigente Rosaria Mencarelli e il responsabile di zona Andrea Staffa per l’impegno con cui è stata seguita la procedura – sottolinea nella nota il sindaco, Luciano Di Lorito. “Un plauso va anche ai tanti che, con la loro collaborazione, hanno reso possibile la scoperta di questa straordinaria testimonianza del passato”.

Barbara Orsini: