Sorgenti del Pescara, scempio nella Riserva naturale

“Querce, ginepri, salici, pioppi: decine e decine di alberi anche di grandi dimensioni sono stati tagliati, per giunta in pieno periodo riproduttivo, nella riserva naturale regionale Sorgenti del Pescara a Popoli”.

Per le associazioni è un incredibile scempio realizzato letteralmente nel cuore di una delle prime aree protette della Regione. La denuncia arriva dai rappresentanti delle associazioni ambientaliste Stazione Ornitologica Abruzzese, Lega Italiana Protezione Uccelli e Salviamo l’Orso.

Nelle riserve regionali stanno accadendo fatti sempre più gravi – pensiamo al Borsacchio, alla Marina di Vasto – ma questo supera ogni immaginazione. L’ufficio parchi della Regione Abruzzo deve intervenire duramente, un patrimonio unico non può essere trattato in questo modo” così le associazioni Salviamo l’Orso, Lega Italiana Protezione Uccelli e Stazione Ornitologica Abruzzese sulle inequivocabili immagini raccolte durante un sopralluogo avvenuto venerdì scorso 10 giugno.

In realtà i tagli avvenuti si riferiscono a due diversi interventi. Il primo, quello delle immagini divulgate con il presente comunicato, è stato fatto lungo il sentiero Canapine. E’ stata addirittura aperta una pista di esbosco dove prima vi era un sentiero di poche decimetri di larghezza, tagliando decine di alberi di grandi dimensioni e tantissimi di più piccoli. A cadere sotto le motoseghe pioppi, salici, querce, ginepri e altre specie. Hanno tagliato molti alberi che erano vivi e in piedi oltre a intervenire su alcuni alberi che erano, a detta dell’assessore Mario Lattanzio presente al sopralluogo, inclinati o a terra. Il secondo, avvenuto pochi giorni dopo il primo e sempre in piena stagione riproduttiva, e oggetto del nostro comunicato dell’8 giugno, ha riguardato diversi enormi e magnifici salici proprio all’ingresso delle sorgenti.

Le associazioni ricordano che l’area è un Sito di Interesse Comunitario dove ogni intervento deve essere preceduto da una Valutazione di Incidenza Ambientale, con uno studio che deve essere reso pubblico attraverso un avviso alla cittadinanza per far pervenire, entro 30 giorni, le eventuali osservazioni. La decisione deve essere pubblicata sul sito dell’Ente e lì deve rimanervi per diversi anni. Di tutto ciò non siamo riusciti a trovare traccia sul sito del Comune di Popoli. Facciamo anche notare che oltre a diverse specie di chirotteri e uccelli protetti a livello internazionale che si riproducono proprio sugli alberi di grandi dimensioni, la Riserva ospita uno degli insetti più rari d’Europa, l’Osmoderma eremita, addirittura prioritario per la UE. Anche questa specie è strettamente legata agli alberi vetusti.

In relazione alle motivazioni addotte, per ora solo a mezzo stampa e senza mostrare un solo atto, dal Comune di Popoli, che sostiene la necessità di riaprire con un finanziamento regionale il sentiero Canapine chiuso da anni per la presenza di alberi pericolanti al fine di ospitare scolaresche ecc, facciamo notare che, a parte le questioni autorizzative su cui torneremo con più dettagli nelle prossime settimane, vi sono numerose ed evidenti contraddizioni e questioni letteralmente infondate che già ora possono essere qui sotto brevemente evidenziate:

1)sulla questione sicurezza. Un conto è tagliare qualche raro albero inclinato, un conto è abbattere decine di alberi in piedi. Altrimenti il Parco della Majella dovrebbe abbattere per primo tutti o quasi gli alberi del secolare bosco di S. Antonio visitato da migliaia di persone! Sa il comune di Popoli quanti alberi cadono naturalmente ogni anno lungo i sentieri del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise? Tagliamo tutti i boschi vetusti? I sentieri possono essere deviati oppure interdetti nei periodi di maggior rischio e in particolari condizioni (neve; forte vento ecc.). A mero titolo di esempio, uno dei salici tagliati all’ingresso poteva essere tranquillamente risparmiato spostando di pochi metri una staccionata.

2)Le specie tagliate. Il comune sostiene di aver tagliato pioppi oggetto di antica piantumazione. In realtà hanno tagliato, come si vede inequivocabilmente nelle foto e nei video, anche querce, ginepri, salici. Quale problema di sicurezza, ad esempio, può dare una roverella di 40 cm di diametro? E un ginepro? Inoltre, per i pioppi, una conto è fare una progressiva selezione negli anni un conto è tagliare contemporaneamente e in periodo riproduttivo decine e decine di alberi di enormi dimensioni che svolgono molteplici funzioni ecologiche;

3)periodo di taglio. Il comune richiama il divieto di accesso esistente da anni e l’esistenza di un finanziamento regionale: ammesso e non concesso che alcuni alberi – sicuramente una parte minoritaria – dovessero essere oggetto di intervento per la sicurezza, è incredibile che si sia operato in pieno periodo riproduttivo , per una questione nota da tempo. Il taglio degli alberi in periodo riproduttivo, è vietato perché si sa che sugli alberi nidificano gli uccelli, dalle capinere ai rigogoli,dai picchi ai merli!

4)la pista di esbosco e legna asportata. Il sentiero Canapine, come noto a tutti i frequentatori delle Sorgenti del Pescara e come emerge nelle 3 (tre) foto divulgate dal comune (!), era largo pochi decimetri. Nelle aree protette di tutto il mondo se si deve intervenire su un raro albero caduto o inclinato su un sentiero non si apre una pista per mezzi meccanici nel cuore della riserva e mentre nidificano gli aironi a pochi metri ma si interviene in autunno tagliando esclusivamente la porzione di tronco che ostacola o mette a rischio il cammino. Se si reputa opportuno asportare parte del legname come ammesso dal comune si può tranquillamente operare con i muli come si fa addirittura fuori dalle aree protette nei tagli boschivi commerciali. In realtà la quantità di legname è direttamente proporzionale al taglio drastico che è stato effettuato, altrimenti non ci sarebbe stato bisogno di asportare fuori dalla riserva neanche un quintale di legna. Chi ha preso in carico questa legna, quale quantità, con quali autorizzazioni e per quali finalità lo sapremo una volta che avremo gli atti.

Purtroppo nella Riserva delle Sorgenti del Pescara negli ultimi mesi si sono susseguite vicende assolutamente gravi, come l’assalto di Pasquetta oppure l’occupazione non regolare delle sponde dell’area di protezione esterna per la canoistica, un’attività che era stata addirittura magnificata dalla direttrice della Riserva Pierlisa Di Felice che evidentemente non si era accorta delle criticità autorizzative. La dirigente si era anche piccata per la diffusione delle inequivocabili foto di Pasquetta tanto da fare un comunicato di autodifesa del tutto fuori luogo visto che poco dopo la Giunta Comunale ha varato il numero chiuso nei giorni di principale afflusso come da noi richiesto.

Oltre che in questa riserva nelle ultime settimane sono venuti al pettine numerose problematiche anche in altre aree protette regionali, dal Borsacchio a Roseto a Marina di Vasto. Chiediamo alla Regione Abruzzo e in particolare al dirigente Sabatino Belmaggio e alla funzionaria Serena Ciabò un intervento immediato per valutare fatti che reputiamo assai gravi perché si rischia di svilire un patrimonio unico.

LA REPLICA DEL COMUNE DI POPOLI

“Si precisa che l’intervento a cui ci si riferisce è stato condotto nella zona chiamata “Canapine”: in tale zona l’accesso è stato interdetto con Ordinanza Sindacale per circa 2 anni al pubblico a causa del rischio estremo di caduta alberi. Pioppi di oltre 35 metri, a fine ciclo vitale, cadevano a ridosso del sentiero distruggendo tutto, impedendo la rigenerazione della vegetazione autoctona e provocando danni alla stessa area della sorgente di Santa Liberata. Le aree oggetto di intervento sono frequentate non solo dai turisti ma dalle numerose scolaresche che in questo periodo vengono a conoscere le Sorgenti del Pescara e le sue peculiarità. Il mancato intervento avrebbe comportato serissimi rischi per la pubbiica incolumità.

Si precisa che l’intervento si è potuto effettuare grazie a un finanziamento regionale, ottenuto per la messa in sicurezza del sentiero. Si precisa che gli alberi da tagliare sono stati individuati da un agronomo che ne ha certificato la pericolosità e l’intervento di taglio ha avuto tutte le dovute autorizzazioni. Riguardo la presunta apertura della pista di esbosco si precisa che in realtà non è stata aperta alcuna pista perché come si evince dalle cartografie ufficiali sul sito oggetto di intervento è presente una strada che ha un’ampiezza che va dai 3 ai 5 metri: su tale strada sono caduti negli anni i numerosi pioppi arrivati al termine del ciclo vitale, ostruendone il percorso (si allegano foto a testimonianza della reale situazione del Sentiero prima dell’intervento).

La legna tagliata è stata in parte rimossa al fine di evitare rischio di innesco per incendio e in parte è stata lasciata sul sito per garantire la presenza di un’adeguata massa di legno “morto” necessario per il ciclo vitale di numerose specie di insetti e funghi che vivono nel bosco: si è pertanto attuata una strategia di gestione della massa legnosa che garantisse sia la tutela della salute pubblica che la salvaguardia della biodiversità. Pertanto l’intervento effettuato, definito dalle Associazioni nel comunicato “terribile scempio”, allucinante”, ha avuto come unico scopo quello di ripristinare l’agibilità del sentiero mettendolo in sicurezza, restituendo così un’importante area della Riserva ai alla comunità, ai turisti ed alle scolaresche.

Si precisa, altresì, che il sopralluogo effettuato con l’assessore all’ambiente, Mario Lattanzio, era stato fissato prima che fosse pubblicato il precedente comunicato stampa. L’assessore si è mostrato disponibile a effettuare il sopralluogo con le Associazioni proprio per ottemperare al processo partecipativo invocato. Dopo il sopralluogo, così come accaduto con quanto scritto nel precedente comunicato, le Associazioni  SOA, LIPU e Salviamo l’Orso hanno proseguito una “comunicazione” dai toni puramente denigratori verso l’operato dell’Amministrazione Comunale, riportando fatti completamente non conformi alla realtà e che comunque potrebbero arrecare danno di immagine all’operato dell’Amministrazione stessa: in tal senso si sta valutando di sottoporre i fatti ad un’attenta valutazione legale al fine di tutelare l’Ente nelle sedi più opportune”.

“L’obiettivo dell’Amministrazione da me guidata”, conclude il sindaco Dino Santoro, coniuga la protezione del bene unico come le Sorgenti del Pescara con la protezione dei turisti e soprattutto delle tantissime scolaresche che frequentano questi luoghi. Riaprire il sentiero Canapine e rimetterlo a disposizione della collettività, per visite guidate che avvicinino i turisti al bene ambientale, è una nostra prerogativa. Non esprimo giudizi su chi ha bisogno di visibilità, dico solo che manovrare la realtà può avere, a volte, risvolti legali”.