Sorella disperso sul Gran Sasso: “Abbiamo nuove indicazioni”

Sorella disperso sul Gran Sasso: “Abbiamo nuove indicazioni”. Familiari analizzano tracce Garmin da consegnare a polizia

Proseguono tra neve, vento e visibilità ridotta le ricerche di Karol Brozek, il 44enne polacco di cui non si hanno più notizie da quasi due settimane sul Gran Sasso. Le operazioni, coordinate dalla Prefettura dell’Aquila, vedono impegnati ogni giorno tecnici del Corpo nazionale Soccorso alpino e speleologico (Cnsas), Sagf della Guardia di finanza, Vigili del fuoco e altre strutture di protezione civile, con l’ausilio di droni e unità cinofile, anche da valanga. Secondo quanto ricostruito dai soccorritori e riportato dagli organi di stampa, una traccia Gps riconducibile all’orologio di Karol indicherebbe che l’uomo, partito dal camper con i suoi cani intorno alle 10, sarebbe salito verso la zona del Corno Grande e poi sceso fino a circa quota 2.800, intorno alle 13 del 19 novembre. È la stessa fascia oraria dell’ultimo messaggio alla compagna, in cui annunciava il rientro al mezzo per pranzo. Da parte della famiglia, intanto, cresce l’apprensione. Sui social la sorella Diana racconta il lavoro che sta portando avanti insieme a Renata Sarzewicz, professionista di formazione militare che vive in Italia da quasi trent’anni. Le due stanno analizzando le tracce registrate dall’orologio, le immagini disponibili e il percorso abituale di Karol con i cani. In uno dei messaggi Diana afferma di essere “convinta di sapere dove potrebbe trovarsi” il fratello e annuncia l’intenzione di consegnare “indicazioni dettagliate” all’Ispettorato della Polizia italiana. Diana riferisce inoltre di aver preso in considerazione, insieme a Renata, il ricorso a una società privata con droni cani, ipotesi poi accantonata dopo aver constatato un preventivo che definisce “scioccante e inadeguato”, intorno agli ottomila euro per poche ore di intervento. “Per questo – spiega – continuiamo a cercare contatti e a fare pressione perché tutte le possibilità vengano valutate”. Sul terreno, intanto, le squadre continuano a battere canali, creste e conche del massiccio, compatibilmente con il meteo e con le condizioni di sicurezza. Dal punto di vista operativo la priorità resta quella di sfruttare al massimo i dati disponibili, compresi quelli dell’orologio, nel rispetto dei protocolli di soccorso in ambiente alpino