Smartphone vietato a scuola: “A chi la responsabilità della loro custodia?”

Dirigenti scolastici impegnati nel recepire le nuove disposizioni del Ministero per l’anno scolastico 2025/2026 in particolare il divieto degli smartphone negli Istituti Superiori. L’idea è buona ma vanno garantiti gli strumenti necessari per gestire deposito e custodia dei dispositivi

Primo settembre si torna a scuola, o meglio a tornarci personale docente e amministrativo, in vista del “Tutti in classe”  previsto per il 15. Dirigenti scolastici, questa mattina, tutti irreperibili perché impegnati nel consueti collegi docenti per le indicazioni di rito. Tema all’ordine del giorno programmi e metodo di studio? Gestione del personale studentesco? Crono programma sulle attività? In parte sì, ma in larga parte anche le nuove disposizioni del Ministro Valditara, novità importanti nel segno del riequilibrio tra rigore e inclusione e la necessità di recuperare una certa disciplina. In questa ottica si spiega la disposizione di divieto assoluto degli smartphone in classe anche negli Istituti Superiori, accolta dai più con favore, anche se, come per ogni novità, sarebbe stato utile, oltre al perché, spiegare anche il come:

“Beh sì, il personale docente ha, generalmente, accolto con soddisfazione questa novità – dichiara Davide Desiati Segretario Generale Cisl Scuola Abruzzo e Molise – ma il tema vero è, chi dovrà occuparsi dei centinaia e centinaia di telefoni cellulari una volta che vengono depositati all’ingresso? Noi abbiamo lanciato la proposta degli armadiatti affidati ad ogni singolo studente, ma chi ne dispone l’acquisto? Parliamo di una enorme quantità di dispositivi che hanno anche un certo controvalore, chi si assume la responsabilità per l’ebentuale smarrimento o peggio furto? Su questo ci attendiamo prossime delucidazioni, dal canto nostro posso solo dire che tra nuove regole e tutto il resto, il personale tutto, con gli Uffici Scolastici, hanno portato avanti un duro e capillare lavoro, anche a Ferragosto e siamo, come in ogni anno, pronti a partire.”

Luca Pompei: