Sit-in davanti all’ambasciata d’Albania per il prof. UnivAq detenuto

Sabato 11 ottobre sit-in a Roma davanti all’ambasciata d’Albania per la liberazione del professore dell’Università di L’Aquila

Il sit-in per sollecitare la liberazione di Michele D’Angelo, originario della Puglia e docente UnivAq, è in programma sabato 11 ottobre a Roma, alle ore 15, davanti all’ambasciata albanese in via Asmara ed è stato organizzato da associazioni di immigrati albanesi.

D’Angelo, che insegna Biologia all’Università dell’Aquila, è detenuto da quasi due mesi nel carcere di Fier a seguito di un incidente stradale. A organizzare il sit-in sono l’associazione culturale Iliria e la Lega immigrati albanesi che lanciano l’appello un appello per chiedere la liberazione del professore “dall’ingiustizia albanese”.
Il docente si trova in custodia cautelare dopo un incidente stradale avvenuto l’8 agosto, nonostante – sostengono le associazioni – “non avesse responsabilità”. Il professore e la sua compagna si erano allontanati dal luogo dell’incidente, recandosi poi a rendere testimonianza dell’accaduto alla Polizia che invece lo ha arrestato.

Una detenzione che, nella ricostruzione diffusa, è il risultato di un sistema giudiziario che definiscono “una condizione di arretratezza giuridica medievale ed inquisizionale”. Nel comunicato si sottolinea che “il 62% dei detenuti si trova in carcere prolungato preventivo, senza alcuna prova (solo per dei sospetti), usato come forma di tortura per estorcere false confessioni di crimini che non hanno mai commesso”.

Non mancano, nella nota, accuse al ruolo dei media albanesi: “Polizia e giornalisti fanno le operazioni insieme, i giornalisti si sostituiscono alla polizia violando ogni diritto umano e mentre
la polizia ammanetta le persone, i giornalisti gli puntano il microfono in bocca, prendendo il ruolo di inquisitori e creando una pornografia del terrore”.

La mobilitazione, spiegano i promotori, non riguarda solo il caso D’Angelo, ma anche altri
cittadini italiani e albanesi che si troverebbero in carcere senza garanzie. Da qui l’appello:

“Invitiamo tutti a chiedere la liberazione di Michele D’Angelo e il suo ritorno nelle aule dell’Università dell’Aquila dove lo aspettano i suoi studenti e i suoi colleghi”.

Marina Moretti: