Sisma L’Aquila, in centinaia alla Villa comunale. Polemiche per l’assenza del Sindaco

Centinaia di persone si sono ritrovate stamani a L’Aquila alla Villa comunale per protestare contro la sentenza del Tribunale che riduce i risarcimenti dello Stato. Polemiche per la mancata partecipazione del Sindaco Biondi

La mancata partecipazione del sindaco al sit-in “Le vittime non hanno colpa” ha sollevato polemiche tra alcuni partecipanti che ieri si sono ritrovati alla Villa Comunale dell’Aquila. Pierluigi Biondi aveva comunque inviato un messaggio di supporto agli organizzatori che ne hanno
dato lettura sul palco allestito davanti al palazzo dell’Emiciclo, ma a suscitare polemiche è stata una foto postata a sit-in in corso sulla sua pagina Facebook. Uno scatto che lo ritrae in campagna, con la scritta “È una domenica di ottobre perfetta per respirare la nostra aria di montagna. I colori cambiano, la bellezza è intatta”. È stato Biondi stesso a replicare ai tanti commenti sui social. “Sono stato a passeggiare con i miei figli, che non vedo mai, intorno all’ora di pranzo – si legge sulla pagina Facebook – Credo sia un diritto e un dovere di ogni genitore. Le motivazioni della mia assenza sono ampiamente esplicitate nella lettera che ho consegnato agli organizzatori”.
“Non ho avuto ‘altro da fare’ – ha precisato – ho solo coerentemente aderito a un’impostazione che non deriva da un sentimento personale, ma dal rispetto del ruolo istituzionale che gli aquilani mi hanno assegnato. L’impegno in favore delle vittime del sisma e dei loro familiari è nei gesti concreti. Per tanto tempo abbiamo atteso un luogo della memoria e adesso, grazie all’amministrazione che guido da oltre 5 anni, c’è. Da
qualche giorno c’è anche una norma che prevede la riserva nei concorsi pubblici per chi ha perso un parente la notte del 2009”. “Se ci sono finalmente tutti i soldi per finanziare la ricostruzione del cratere – continua – è perché qualcuno, due anni fa, ne ha fatto una battaglia nazionale, mentre il sarcasmo del Pd locale derubricava la cosa a un mio puntiglio. Ognuno risponde alla sua coscienza, io sono certo di aver sempre fatto il mio dovere e il massimo, da 13 anni, ogni giorno della mia vita”. Nella lettera agli organizzatori del sit-in il sindaco aveva sottolineato: “Ritengo doveroso sottrarre l’istituzione che rappresento dal giudizio verso l’operato di un’altra istituzione, indipendente, dello stato di diritto e custode del potere giudiziario, sancito dalla nostra Costituzione”.

IL SIT-IN DI DOMENICA

Centinaia di persone si sono radunate nel cortile del palazzo dell’Emiciclo, alla Villa Comunale dell’Aquila, per partecipare alla manifestazione pubblica “Le vittime non hanno colpa”, in riferimento alla sentenza, in sede civile del Tribunale dell’Aquila, riferita al crollo di uno stabile in via Campo di Fossa, in cui la notte del 6 aprile 2009 morirono 24 persone sulle 309 vittime complessive del sisma. L’Avvocatura dello Stato ha accolto la richiesta di risarcimento con sentenza del giudice Monica Croci del tribunale civile, ma il Tribunale ha anche riconosciuto una corresponsabilità di alcune vittime, pari al 30%, perché ha ritenuto siano state imprudenti a non uscire di casa. Di qui la mobilitazione che fa seguito a due settimane di indignazione in città.

Hanno formalmente aderito comitati sorti nel Paese all’indomani di altre catastrofi, quella del ponte Morandi a Genova, di Rigopiano o quella relativa all’inquinamento di Taranto. Hanno aderito anche esponenti politici abruzzesi, sindacati, associazioni, gruppi organizzati tra cui i tifosi dell’Aquila Calcio. “Prima rassicura poi condanna le vittime e il popolo aquilano, ennesima vergogna dello Stato italiano”, recita uno striscione dei Red Blue Eagles, mentre un altro con scritto “Le vittime non hanno colpa” ha affiancato il palco da cui sono partiti gli interventi. Il primo a prendere la parola è stato Federico Vittorini che nel sisma ha perso madre e sorella. “Una sentenza che crea un precedente pericoloso – ha detto – giudici del genere non devono continuare a esercitare, mi prendo la responsabilità di quello che dico. Perché una sentenza del genere attribuirebbe la colpa persino a Falcone e Borsellino per il fatto di aver combattuto la Mafia. Chi c….. gliel’ha fatto fare di combattere la mafia?”. Il padre, Vincenzo Vittorini, volto simbolo per 13 anni della battaglia per il riconoscimento dei diritti delle vittime, ha ripercorso la storia dei mesi prima e dopo il sisma, anche in relazione alla riunione della Commissione Grandi Rischi. “Condannare le vittime con il 30% di colpa è un abominio laddove qui in Italia e in altre stragi italiane non è stata fatta né verità né giustizia”.