San Severo: morta la madre di Paz, il celebre fumettista che studiò a Pescara

A San Severo è morta Giuliana Di Cretico, madre del celebre fumettista Andrea Pazienza, detto Paz, che studiò all’artistico di Pescara

La madre di Paz era nata a San Benedetto del Tronto, e proprio qui, nonostante con il marito risiedesse San Severo, decise di fare nascere il figlio Andrea.

Giuliana Di Cretico, insegnante di educazione tecnica, aveva sposato il professore di eduzione artistica Enrico Pazienza, di San Severo. Il prof morì una decina di anni dopo la scomparsa, a 32 anni, del figlio Andrea.

Ricordata come donna generosa, altruista e di grande gentilezza, Giuliana Di Cretico, oltre ad Andrea, diede alla anche Michele e Mariella Pazienza.

Andrea Pazienza nacque a San Benedetto del Tronto il 23 maggio del 1956. Disegnatore abilissimo e precoce, a 13 anni Andrea si trasferì a Pescara per motivi di studio. Frequentò il liceo artistico Giuseppe Misticoni e strinse amicizia con l’autore di fumetti Tanino Liberatore.

Negli anni pescaresi realizzò i suoi primi fumetti e dipinti, collaborò con il Laboratorio Comune d’Arte “Convergenze” che dal 1973 espose i suoi lavori in mostre sia collettive sia personali. Lasciò Pescara quando si iscrisse all’Università, a Bologna, negli anni della contestazione legata al Movimento del ’77. Il periodo fa da sfondo al suo primo lavoro edito: “Le straordinarie avventure di Pentothal” (Alter Alter, 1977).

In un passaggio dell’intervista rilasciata da Giuliana Di Credico a Luca Raffaelli per Repubblica, la signora ricorda:

“(Andrea, ndr) Prima con un tema vinse il premio di un concorso nazionale. Ma la sua grande passione era per il disegno. Dovevamo mandarlo a studiare in un liceo artistico (lui era un anno avanti). Così decidemmo a Pescara, in collegio dai gesuiti. Dopo quindici giorni andiamo a trovarlo, annunciando la nostra presenza. Arrivati lo troviamo davanti al cancello: “da quando avete detto che siete partiti sto qui ad aspettarvi”. Non stava bene. Così trovammo una sistemazione da una signora che lo trattava con affetto. Mi disse: mamma non dovevi dirle che mi piacciono i fegatini di pollo. Ormai non cucina altro…

A Pescara per fortuna trova dei professori straordinari.

Sì, soprattutto Paolinelli e Visca. Hanno capito chi avevano di fronte. Con loro Andrea ha giocato, inventato, scherzato. E loro sono stati al gioco permettendo ad Andrea di sviluppare tutta la sua giocosa creatività.

L’impressione è che Andrea costantemente cercasse di ricostruire una famiglia.

Sì, è così. Nella scuola, ma anche dopo, nelle redazioni, in quella del Male, di Tango. Per lui la famiglia era importante. Era legato alle tradizioni. E con noi era sempre al massimo: se arrabbiato era arrabbiatissimo, se allegro allegrissimo, non stava mai nei limiti.

Perché arrabbiato?

Soprattutto per i conflitti con il padre. Enrico lo avrebbe voluto pittore come lui, e si era accorto che Andrea invece preferiva un’altra forma d’espressione, e questo non lo poteva capire. Poi si è accorto che non condividevano neanche le idee politiche… quando è andato a Bologna e ha realizzato i suoi primi fumetti di Pentothal io glieli nascondevo, proprio per evitare che poi tra di loro ci fossero delle discussioni…”