Riserva del Borsacchio, Febbo replica agli ambientalisti

Sulla riperimetrazione della Riserva naturale del Borsacchio si registra l’intervento del Capogruppo regionale di Forza Italia, Mauro Febbo, che al Tg8 ribadisce le ragioni della scelta fatta dalla Regione Abruzzo

Associazioni e cittadini in difesa della Riserva naturale del Borsacchio. Sabato e domenica a Roseto degli Abruzzi avviata una raccolta di firme per una petizione che chiede l’immediato ripristino del perimetro originario e l’attuazione dell’area protetta. Le associazioni ambientaliste in piazza a Roseto degli Abruzzi per contrastare la cancellazione della Riserva regionale del Borsacchio decisa alle 2.30 della notte del 29 dicembre attraverso un emendamento alla legge di bilancio votato da tutta la maggioranza di centrodestra che sostiene la Giunta Marsilio.

Ai microfono del Tg8 interviene il Capogruppo regionale di F.I. Mauro Febbo, tra i promotori dell’emendamento il quale difende le scelte fatte. “Non capisco perché in quel territorio non si possa fare ciò che abbiamo realizzato in altre aree ambientali come la Costa dei Trabocchi con la pista ciclo pedonale, ha aggiunto il capogruppo di Forza Italia”. Febbo si è detto poi disponibile ad un dibattito sulla necessità di preservare alcuni simboli presenti nella riserva del Borsacchio come un albero monumentale ed un lavatoio sotico dove si realizzano numerose iniziative culturali. “Siamo disposti ad interventi a macchia di leopardo anche sulla parte collinare, ha aggiunto ancora Febbo”.

“La Regione Abruzzo ha approvato nottetempo, senza discussione alcuna e senza qualsiasi coinvolgimento della Comunità interessata, un emendamento alla legge regionale finanziaria volto ad azzerare la Riserva Naturale del Borsacchio polverizzata dagli attuali 1.100 ettari ad appena 24 ettari e privata di tutta la fascia collinare. Una distruzione contraria a ogni logica, non solo tecnico-scientifica di continuità e tutela ambientale, ma anche amministrativa e di buon senso. Di fatto laddove la norma introdotta dovesse avere pratica applicazione, i territori che oggi sono chiusi alla speculazione edilizia e alla caccia perché compresi nella Riserva Naturale, sarebbero aperti agli interventi edilizi e ai fucili con azzeramento dei valori ambientali di uno straordinario paesaggio collinare e litoraneo adriatico ancora intatto. Nessuna condivisibile logica può giustificare il modo in cui la Regione Abruzzo tratta una delle più belle riserve naturali litoranee, un territorio di grande valenza ambientale oltre che di interesse comunitario e di fondamentale importanza per la biodiversità italiana dove sono presenti ulivi secolari di oltre 500 anni, praterie e fruticeti alonitrofili (codice Natura 2000: 1430), arbusteti termo-mediterranei e pre-desertici (codice Natura 2000: 5330), foreste a galleria di Salix Alba e Populus Alba (codice Natura 2000: 9240), foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia (codice Natura 2000: 9340), pinete mediterranee di pini mesogeni endemici (codice Natura 2000: 9540), nonché arvicole, rinolofo maggiore, vespertilio maggiore, mustioli (il mammifero più piccolo d’Europa), scoiattoli, tassi, ricci, istrici, il grillo Stenonemobius gracilis (per la prima volta avvistato in Abruzzo), i colubridi Natrix tassellata e Coronella girondica, il lupo, il fratino e tanti altri”.

I cittadini che stanno sottoscrivendo la petizione “chiedono alla Regione Abruzzo, di abrogare l’emendamento approvato e di rilanciare la Riserva Naturale del Borsacchio investendo energie e risorse su proposte concrete anche di sviluppo economico che siano in grado di coniugare le reali esigenze del territorio e la salvaguardia ambientale”.