Ravenna: ancora senza successo le ricerche del sub pescarese

Ancora senza successo le ricerche di Ugo Coppola, il sub pescarese di 55 anni scomparso al largo della costa di Ravenna

Appassionato di fondali marini, Coppola si è immerso per visitare il relitto sommerso della piattaforma Paguro, attorno alla quale negli anni si è creato un interessante sistema di vita.

 Le ricerche di Coppola vanno avanti da mercoledì, ormai tutti pensano al peggio. Le operazioni sono coordinate dalla Guardia Costiera di Ravenna e si svolgono al largo di Lido Adriano, a circa 12 miglia nautiche dalla costa. Sono impiegati un elicottero del reparto volo di Bologna, i sommozzatori del comando di Ravenna, operanti con gommone e un’imbarcazione del Nucleo Nautico di Ravenna.

 

La nuova imbarcazione Sar (Search and Rescue) del distaccamento portuale di Ravenna ha condotto ricerche strumentali in superficie. Le immersioni dei sommozzatori arrivano anche a grandi profondità, ma del sub scomparso non è stata ancora trovata alcuna traccia.

Ieri si è aperto anche un fronte polemico sotto il profilo della preparazione di Ugo Coppola (vedi qui). Secondo un’istruttrice sub di Pescara nel 2017 non gli fu rilasciato il brevetto per le “troppe criticità emerse”.

Ugo Coppola, 55enne, è partito da Pescara per effettuare un’immersione di gruppo con il Dive Planet di Rimini, a Ravenna. Quando non è più riemerso i compagni di immersione hanno lanciato l’allarme. Originario di Villalago, dove ha ancora alcuni parenti, viveva con la madre a Pescara, vicino alla chiesa di San Luigi. È anche vigile del Fuoco volontario.

Il relitto del Paguro è quanto resta dopo il tragico incidente che nel 1965 coinvolse la piattaforma per la perforazione del fondale marino alla ricerca di idrocarburi. A causa di un improvviso scoppio, si generò una enorme fuoriuscita di gas che provocò un devastante incendio. Nella tragedia morirono 3 persone. Dagli anni ’90 il sito è diventato meta di immersioni per i sub, che possono immergersi fino ad un massimo di 29 metri di profondità, per esplorare il fondale e la vita che è ricresciuta attorno ai resti della piattaforma sommersa.