Questa mattina i carabinieri del nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Avezzano, con il supporto dei colleghi di Agropoli, hanno arrestato un campano di 31 anni, accusato di rapina pluriaggravata nella gioielleria Quaranta di Avezzano, in concorso con altri due complici ancora non identificati e di lesioni personali gravi in concorso.
L’arrestato, pregiudicato per reati analoghi, è stato rintracciato nel comune di Capaccio Paestum, Salerno, si trova ora nel carcere Caputo di Salerno. La rapina risale al 23 settembre del 2024 quando due malviventi, uno dei quali travestito da donna, fecero irruzione in una gioielleria di Avezzano immobilizzando l’esercente, una donna di 75 anni, titolare dell’attività, conducendola con violenza nel seminterrato e ferendola al capo. I malfattori puntarono una pistola al volto della donna per costringerla ad aprire la cassaforte e la cassa. Un Bottino di circa 70 mila euro in gioielli e 5 mila euro in contanti. Ad attendere i due c’era un terzo complice in macchina. Il fatto aveva creato molto disagio e paura nella cittadina marsicana. Sul luogo del crimine i carabinieri nell’immediatezza avevano trovato tracce biologiche molto importanti dal punto di vista investigativo che hanno permesso successivamente di risalire al rapinatore individuando il profilo genetico nella banca dati dei Carabinieri. In particolare i militari all’interno della gioielleria trovarono un lembo di guanto in lattice e una piccola quantità di sangue che il rapinatore aveva perso quando la donna aveva tentato di divincolarsi da lui. Importante anche l’acquisizione di immagini dalle telecamere della gioielleria e da telecamere private della zona. Le indagini proseguono per identificare gli altri due complici. Ad illustrare i dettagli in conferenza sil maggiore Luigi Strianese comandante della compagnia carabinieri di Avezzano. La targa della macchina usata si è accertato fosse stata clonata e corrispondeva ad una Renault Capture pulita. rapina si è consumata in un minuto e mezzo circa. I rapinatori tenevano d’occhio l’attività e per entrare hanno approfittato della porta lasciata aperta dalla figlia della titolare che era appena uscita. La refurtiva non è stata recuperata ma alcuni gioielli caddero durante la fuga e per questo sono stati riconsegnati alla proprietaria dell’attività.
