Presunta violenza sulla 12enne, Sulmona sgomenta si interroga

C’è sgomento a Sulmona per la vicenda venuta a galla ieri sulla ragazzina 12enne che sarebbe stata violentata e filmata da un 14enne e un 18enne, ora indagati

Dopo l’orrore e l’indignazione la città peligna e la comunità intera si interrogano, soppesano le responsabilità della società e le iniziative da adottare per evitare che accadano episodi come questo o quelli simili accaduti in altre località italiane. Da dove occorre ripartire per rieducare i giovani, e gli uomini in generale, a vivere rapporti sani con l’altro sesso? La scuola e la famiglia come possono essere coinvolte nella prevenzione? Quali sono i possibili interventi da mettere in campo per insegnare anche ai più giovani il rispetto della donna e per restituire valore ai rapporti paritari? E quanto entra l’uso malato e distorto dei social in tutto questo? Sono solo alcune delle domande che tutti ci poniamo dopo avere appreso notizie come questa, da ovunque arrivino, poiché ovviamente  Sulmona non è l’unica città in cui si vive questo orrore.

Un barlume di speranza si intravede nel coraggio della ragazzina che ha raccontato tutto ai genitori spezzando in tal modo la catena della violenza, del ricatto, dell’umiliazione e del revenge porn che la teneva bloccata da tempo.

I due presunti aguzzini, un minore e uno appena maggiorenne, l’avrebbero violentata più volte e filmata. Avrebbero anche diffuso le immagini delle violenze su diversi gruppi Whatsapp e ricattato la giovanissima vittima. Ora saranno le indagini a chiarire i contorni della vicenda, anche grazie ai dispositivi elettronici in uso ai due e sequestrati dagli inquirenti.

Il 14enne e il 18enne sono indagati dalla Procura per violenza sessuale aggravata. Il sostituto procuratore Angela D’Egidio ha aperto un fascicolo d’inchiesta e ha iscritto sul registro degli indagati il 14enne, accusato di violenza sessuale in concorso e revenge porn, ovvero diffusione illecita di materiale a contento sessualmente esplicito senza il consenso della persona ritratta. Dal Tribunale per i minorenni è inoltre partita la segnalazione alla Procura di Sulmona che si sta occupando della posizione del 18enne, anche lui indagato per gli stessi reati.

I due giovani avrebbero prima abusato della ragazzina, che probabilmente già conoscevano, e poi l’avrebbero ricattata con le foto e i video girati durante la violenza per ottenere altri incontri sessuali con loro e perché la ragazzina non parlasse.

Sulla vicenda la segreteria regionale PD Abruzzo e la Conferenza delle Donne Dem hanno diffuso una nota stampa:

“Il caso di presunta violenza che arriva da Sulmona e su cui aspettiamo i chiarimenti che emergeranno dal grande lavoro di indagine da parte degli organi inquirenti, se confermato chiama in causa le istituzioni: non possiamo limitarci alla solidarietà e alla condanna, dobbiamo lavorare insieme sulla prevenzione e sulle responsabilità. Il fatto che una violenza così brutale possa essere stata non solo agita, ma addirittura filmata e condivisa, ci mette davanti a una verità drammatica: in Abruzzo, come nel resto d’Italia, manca un investimento serio nell’educazione al rispetto e alla parità. Per questo è tempo che la Regione dia un segno forte, con una legge che sensibilizzi e agisca sull’educazione, come avevamo proposto nel 2023 insieme al Gruppo regionale e ai Giovani Democratici, disegno di legge che i nostri consiglieri hanno ripresentato perché venga iscritta al primo Consiglio in programma. Un’occasione per lavorarci insieme, subito. – scrivono il segretario regionale del PD Daniele Marinelli e la portavoce della Conferenza delle Donne Dem Roberta Tomasi. -La Regione Abruzzo deve guidare un impegno educativo sistematico nelle scuole e nei territori, per questo ci appelliamo al Consiglio perché voti la nostra proposta di legge per rendere strutturali e permanenti i percorsi di educazione al rispetto e contro la violenza di genere nelle scuole e nelle università”.

Anche la vicepresidente del Consiglio regionale Marianna Scoccia è intervenuta sul caso drammatico avvenuto a Sulmona:

“Non mi limiterò a commentare, ma porterò la questione all’interno del Consiglio regionale, perché l’Abruzzo si faccia promotore di un piano strutturale e continuativo che coinvolga scuole, famiglie e territori. Pretenderò che diventi una priorità nell’agenda politica regionale. Come sindaco e come vicepresidente del Consiglio regionale sento la responsabilità di trasformare l’indignazione in azione. La repressione da sola non basta. Serve un intervento strutturale, che passi dalle scuole con programmi obbligatori di educazione al rispetto, all’affettività, all’uso consapevole dei social. Non più progetti spot, ma una linea chiara e continuativa da assumere a livello istituzionale”.