Porto Pescara, la lettera amara degli (ex) operatori

Da un gruppo che si autodefinisce di “Ex operatori portuali” di Pescara riceviamo e pubblichiamo integralmente:

Con il presente comunicato gli (ex) operatori portuali di Pescara intendono esprimere il proprio compiacimento per il provvedimento approvato dal Consiglio Regionale e che consente di creare un fondo di 300mila euro per ristorare la marineria pescarese dei danni per il mancato dragaggio.
Si tratta di una giusta, seppur minima, misura di sollievo per una categoria che sta pagando colpe altrui in tema di manutenzione e gestione dello scalo, rivelatasi carente e distratta. Peccato che non possa dirsi altrettanto dell’ennesima porta chiusa in faccia agli operatori portuali di Pescara, ancora in attesa che le misure di sostegno stabilite da una legge regionale, la 44 del 2016, vengano definitivamente erogate. La Legge 44, sulla scorta delle analoghe misure previste per la marineria, intendeva fornire un aiuto a quelle aziende che avevano visto le proprie attività cancellate dall’incuria e dall’approssimazione delle amministrazioni deputate ad assicurare l’operatività dello scalo pescarese e che invece hanno determinato la fine di tutti i traffici commerciali e turistici, nonché il collasso economico per le aziende operanti in ambito portuale. La norma è stata solo parzialmente finanziata dalla precedente amministrazione regionale, determinando l’erogazione inferiore al 40% delle somme che sarebbero spettate a queste imprese. Somme che sarebbero servite a liquidare le aziende, pagare i tfr ai dipendenti rimasti senza lavoro, pagare mutui e finanziamenti, ecc.
Dunque non sono bastati 5 anni di legislatura per rinvenire nelle pieghe del bilancio regionale le somme necessarie per porre un minimo riparo ad una grave ingiustizia perpetrata nei confronti di imprese che hanno visto puntualmente sostenute e giustamente indennizzate le altre categorie operanti nel bacino portuale di Pescara, con evidente disparità di trattamento. Tutto questo nell’indifferenza più totale delle forze politiche regionali e in un contesto che non offre alcuna prospettiva a breve e medio termine di ripresa dei traffici marittimi, visti la lentezza, gli impacci nel portare avanti le opere previste dal nuovo Piano Regolatore Portuale, nonché la discutibile scelta di non effettuare alcun intervento per la manutenzione e la riattivazione delle banchine commerciali esistenti.
Non pretendiamo risposte o giustificazioni, il quadro è molto chiaro; del resto se in 5 anni si sono trovate risorse per ogni sagra di paese o per ogni sconosciuto premio letterario, è evidente che la questione non stava a cuore a nessuno, e la motivazione è lampante, parafrasando Giovanni Falcone: segui i voti, troverai i soldi.

 

Gli (ex) operatori portuali di Pescara

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Carmine Perantuono
Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.