Emergenza insabbiamento porto di Pescara, gli armatori appartenenti all’Associazione Mimmo Grosso, non parteciperanno alla processione di Sant’Andrea. Anche il Sindaco Masci aderisce alla protesta
“Visto l’ esito del tavolo tecnico ministeriale svoltosi venerdì 11 luglio scorso, sull’emergenza dell’ insabbiamento del porto di Pescara, dal quale, nonostante tutto l’ apprezzabile impegno profuso dall’ onorevole Guerino Testa, dal Presidente del Consiglio Regionale Lorenzo Sospiri e dal Sindaco Carlo Masci, non è risultato nulla di certo riguardo agli interventi da mettere in atto, per la soluzione dei gravi problemi che gravano sulla navigabilità del nostro porto; gli armatori appartenenti all’ Associazione Mimmo Grosso, hanno deciso di continuare lo stato di agitazione iniziato il 27 giugno scorso con la protesta simbolica del suono delle trombe. Per questo, gli stessi armatori, al fine di dare una risonanza maggiore alla propria protesta, hanno preso la sofferta decisione di non partecipare, con le proprie imbarcazioni, alla processione di Sant’ Andrea che si svolgerà domenica prossima, sacrificando uno degli eventi più sentiti e più attesi dalla marineria pescarese”. E’ quanto si legge in una nota a firma del Presidente dell’Associazione, Doriano Camplone.
“Un atto di protesta, ovviamente, che non intende ostacolare il tradizionale rito dell’ uscita in mare della statua del nostro santo protettore, ne del lancio in mare delle corone commemorative. Tant’è, che la nostra Associazione si è resa comunque disponibile a fornire al comitato organizzativo, le barche necessarie ad imbarcare il santo e la banda, in caso di necessità. La sofferta rinuncia a partecipare alla processione è un atto di protesta che mira a manifestare alla nostra città e alle istituzioni, la nostra sofferenza per i problemi del porto, e vuole mantenere alto l’allarme sulla gravità di una situazione causata da un decennio almeno di mancati interventi, la quale oggi, inesorabilmente, porta il suo salato conto, minacciando seriamente la chiusura del nostro scalo portuale. Nonostante la nostra devozione religiosa, il nostro attaccamento viscerale alla festa di Sant’ Andrea e alla processione in mare, di fronte al rischio concreto di rimanere chiusi nel nostro porto, a causa del mancato dragaggio, la marineria non può permettersi di innalzare le folcloristiche bandierine colorate per addobbare le proprie barche, uscire in processione e suonare le trombe a festa, felice e contenta come se fosse tutto apposto. Fino a quando non avremo certezze in merito a concrete azioni risolutive da mettere in atto per affrontare seriamente i problemi del nostro porto, le trombe delle nostre imbarcazioni non potranno suonare a festa, ma continueranno a far sentire il grido di protesta della marineria e la sua richiesta di intervento rivolto agli enti preposti”. Conclude il Presidente dell’Associazione Doriano Camplone.
Festa di Sant’Andrea, il sindaco di Pescara aderisce alla protesta della marineria e lancia un appello al ministro per il dragaggio
“Gli armatori di Pescara, gli equipaggi, le loro famiglie, sono stufi delle promesse e hanno ragione da vendere per il mancato dragaggio. Per questo io sarò al loro fianco nella protesta che hanno annunciato in occasione dei festeggiamenti in onore di Sant’Andrea. E’ una protesta sacrosanta e pacifica, la loro, espressione del profondo disagio di una categoria che non può più attendere la concretizzazione di promesse continue che risalgono fino al 2012, cioè ben 13 anni fa, come ho già detto e urlato a gran voce – insieme a Lorenzo Sospiri e Guerino Testa – durante l’ultima riunione con i dirigenti del Ministero. Ed è per questo che aderirò con grande convinzione e determinazione alla protesta annunciata nelle ultime ore: sarò alla festa, sarò alla processione, per devozione al Santo e per rispetto alla marineria e a chi ha perso la vita in mare ma ci sarò senza la fascia da sindaco. Mi auguro che ci sarà la città, domenica, per onorare il santo e far sentire la propria presenza, il proprio abbraccio alla marineria, in modo da mantenere viva una tradizione che deve proseguire”. Lo annuncia il sindaco di Pescara Carlo Masci.
“Per arrivare al dragaggio, per rendere pienamente funzionale il porto e metterlo in sicurezza, non c’è più tempo per i “se” e per i “ma”, non ci possono essere altri rinvii: il porto di Pescara, che è di interesse nazionale, va dragato e deve farlo lo Stato, che ha la competenza e quindi deve individuare rapidamente una soluzione e anche i fondi per affrontarla. Deve farlo ora: non è concepibile né ammissibile che una situazione di emergenza di questa portata si protragga da 13 anni, tanto più che in altre realtà situazioni altrettanto delicate ed emergenziali sono state affrontate con progetti e fondi, come è giusto e doveroso che sia, mentre per Pescara le risorse non ci sono mai perché si pensa sempre che Pescara abbia la forza di farcela da sola. Non è così, non può essere così”, prosegue Masci.
“Da parte nostra c’è la massima disponibilità a collaborare, come è sempre stato, ed è talmente vero che in questi anni ci siamo assunti l’onere di intervenire, grazie ai fondi della Regione, facendo il possibile per garantire le condizioni minime di accessibilità al porto. Ma serve un intervento radicale, che passi per lo svuotamento della vasca di colmata (sempre annunciata ma mai realizzata) o per un’altra soluzione praticabile in tempi rapidi perché di tempo non ce n’è più – già da un pezzo – ed è finita anche la pazienza degli armatori e dei pescatori che rappresentano una parte della storia e dell’economia della città e meritano risposte concrete, cioè fatti concreti, da tutti i livelli istituzionali, e immediate. Io sto con loro, senza se e senza ma, e torno a sollecitare soluzioni radicali a chi è competente, come ho già fatto a voce e per iscritto fino ad oggi” (si veda la lettera del 18 luglio, inviata al ministro Salvini, preceduta da un’altra lettera, il 25 maggio).
