Pescara: protesta e appello al Prefetto per i rifugiati messi alla porta

Alcuni rifugiati accolti nei Centri di Accoglienza Straordinari della Provincia di Pescara estromessi dalle strutture: USB chiede soluzioni al Prefetto

Secondo l’USB i rifugiati hanno subito una gravissima ingiustizia, con risvolti potenzialmente gravi, come spiega la nota seguente:
“I richiedenti asilo che, dopo mesi, sono stati ascoltati dalla commissione territoriale preposta e che hanno quindi ottenuto il riconoscimento del loro status e conseguentemente l’agognato permesso di soggiorno per cinque anni, sono stati anche immediatamente estromessi dalle strutture in cui erano ospitati.
Senza alcun preavviso, ieri mattina 29 luglio 2025, le forze dell’ordine, su indicazioni del Prefetto di Pescara (e del Ministero) hanno estromesso dai C.A.S. tutti i rifugiati con protezione internazionale.
Difficile capire perché lo stesso giorno in cui essi hanno ricevuto notizia del riconoscimento, contemporaneamente sia stato loro consegnato l’obbligo di uscita immediata dal centro di accoglienza. Forse sono stati scambiati per pacchi?
É una scelta del Prefetto, probabilmente dettata dal Ministero dell’Interno, quella di fare uscire subito le persone senza neanche aspettare la consegna formale del permesso di soggiorno.
Non si è dato neanche qualche giorno o settimana di tempo alle persone per organizzarsi, per trovare un alloggio, niente. Si obbligano i migranti a finire per strada, nonostante, anzi forse proprio perché essi hanno finalmente ottenuto il permesso di soggiorno: “ora ce l’hai, arrangiati”.
Dove andranno? Come si sistemeranno? Non era meglio aspettare almeno il tempo necessario all’acquisizione formale del permesso? In questo caso ci sarebbe stato un tempo congruo per ognuno per trovare alloggio e lavoro”.
Secondo l’USB la scelta di buttare per strada le persone in questo modo crea una bomba sociale e vanifica mesi e anni di attività e percorsi grazie ai quali i rifugiati  hanno studiato, lavorano e hanno la possibilità di costruirsi un futuro:
“É una scelta che spinge le persone verso il ricatto, lo  sfruttamento e l’illegalità.
Per questo chiediamo un incontro al Prefetto di Pescara per trovare subito una soluzione per i ragazzi appena cacciati dal centro e chiedere alla prefettura di bloccare subito l’uscita dai centri prima della consegna formale del permesso di soggiorno per rifugiato”.