Pescara: sopralluogo “Palazzi Clerico” a Villa del Fuoco, una bomba sociale (Foto)

“I Palazzi Clerico nel cuore del rione Villa del Fuoco rappresentano oggi una ‘bomba sociale’ che va subito disinnescata e portata con massima urgenza all’esame del Comitato per l’Ordine pubblico e la Sicurezza”

“È quello che emerge dal sopralluogo odierno, che probabilmente ha permesso di salvare la vita a una donna trovata riversa priva di sensi sulle scale dei ruderi, trasportata in ospedale con un’autoambulanza, ma soprattutto ci ha permesso di scoprire una vera enclave, con alloggi di fortuna attrezzati nei porticati e fino al primo piano, dove vivono stranieri, disperati, senzatetto, persone in condizioni di forte disagio, la cui presenza ha però alzato i toni dell’esasperazione dei residenti stanchi di tanto degrado. Oggi abbiamo chiesto l’intervento delle Forze dell’Ordine, Polizia e Carabinieri, per iniziare a fotografare una situazione che, se l’amministrazione comunale sta affrontando sotto il profilo urbanistico con i privati proprietari del complesso, va però fronteggiata anche sotto il profilo sociale e dell’ordine pubblico con la partecipazione di tutti gli Organi dello Stato”. Lo ha detto il Presidente della Commissione Sicurezza Armando Foschi al termine del sopralluogo odierno tra gli scheletri dei Palazzi Clerico.

“Parliamo di una storia vecchia e culminata con l’approvazione in Consiglio comunale di una mozione con cui il 24 gennaio 2020, dunque tre anni e mezzo fa, avevamo chiesto l’abbattimento dei fabbricati – ha ricordato il Presidente Foschi -. Oggi abbiamo confermato che non è più tollerabile la presenza degli scheletri dei Palazzi Clerico, un complesso edilizio rimasto incompiuto, due ruderi sviluppati su più livelli tra via Tiburtina e via Tavo, e un terzo rudere di un solo piano, che contribuiscono a definire un quadro di pesante degrado urbano. Quando questa mattina la Commissione è arrivata sul posto per rendersi conto della situazione attuale, siamo stati raggiunti dai cittadini che di nuovo, esasperati, hanno ricordato come quei manufatti siano da sempre ricettacolo di degrado sociale, luogo di spaccio e consumo di droga, ma anche che la loro presenza incombente oggi spaventa dal punto di vista urbanistico-edilizio-strutturale, lasciando emergere dubbi, perplessità e preoccupazioni circa la loro permanenza sotto il profilo di agibilità e vivibilità: è evidente che quei pilastri di cemento armato, costantemente inzuppati dall’acqua che riemerge dal suolo, oggi presentino dei problemi tecnici, con lo stesso cemento che ha cominciato a sfaldarsi, e rappresentino un pericolo per l’incolumità di chi addirittura vive all’interno dei ruderi, visto che dopo decenni la proprietà non è mai riuscita a individuare una misura capace di rendere impenetrabile l’intero complesso, limitandosi a recinzioni presto divelte. Una situazione che paradossalmente si è ulteriormente aggravata con l’apertura del cantiere per l’abbattimento dell’adiacente Ferro di Cavallo perché tutti i disperati della città ora sembrano aver cercato e trovato rifugio tra quei ruderi. Quando siamo arrivati sul posto, dalla recinzione in lamiera scardinata abbiamo intravisto a terra, sulle scale, il corpo di una donna priva di sensi e abbiamo chiesto l’intervento di un’autoambulanza per il suo soccorso e per il trasporto in ospedale. Nel frattempo abbiamo assistito a un andirivieni paradossale tra quei ruderi: donne che uscivano con le bici, a piedi, extracomunitari che facevano avanti e indietro, loschi figuri che si aggiravano tra gli scheletri nascondendosi tra i rovi. È stato sufficiente entrare per scoprire un mondo invisibile all’esterno: alloggi di fortuna attrezzati in ogni angolo, con cucine, dispense, fornelli, tavoli, sedie, addirittura un box-lettino come se ci fosse anche qualche bambino nei paraggi, scorte di cibo, bucato steso e una montagna di pezzi di biciclette smontate e abbandonate. Basta poi salire al primo piano e abbiamo trovato delle vere stanze attrezzate per la notte, con le tende a separare i vari ambienti. I palazzi Clerico sono oggi un rifugio per disperati, una bomba sociale che rischia di esplodere, una matassa che dal punto di vista amministrativo pare difficile da districare: sappiamo che lo scorso giugno l’Ufficio Ambiente del Comune ha emesso l’ennesima ordinanza dirigenziale per imporre agli eredi Clerico la bonifica immediata dell’intera area e l’installazione di una recinzione realmente invalicabile, nell’attesa che decidano se abbattere o meno i ruderi. Quell’ordinanza scaduta nei giorni scorsi purtroppo è rimasta disattesa, e ora l’amministrazione comunale procederà con gli atti consequenziali, compreso l’interessamento della Procura della Repubblica. Ma intanto va risolta la problematica della sicurezza, anche per abbassare i toni dell’esasperazione del quartiere. Per questa ragione – ha ancora detto il Presidente Foschi – dopo l’intervento odierno della Polizia e dei Carabinieri utile a fissare le immagini del degrado, chiediamo al sindaco Masci di sollecitare l’immediata convocazione di un Tavolo per l’ordine e la sicurezza con il Prefetto al fine di predisporre un’azione coordinata che ci consenta di riportare quanto meno ordine e dignità nel quartiere”.