Il dramma ed il genocidio in corso a Gaza non ammettono più silenzi né indifferenza. I sindacati di Base, l’USB, Associazioni e centinaia di docenti e studenti, hanno manifestato atamani anche a Pescara
L’USB ha coinvolto oltre 80 piazze in tutto il Paese per una grande mobilitazione in favore della Palestina. La protesta, hanno sottolineato gli organizzatori, riguarda tutti i settori, dal trasporto pubblico locale, alle ferrovie, porti, scuole e servizi pubblici. Alta la partecipazione anche a Pescara. Stamani in centinaia si sono ritrovati in Piazza sacro Cuore a Pescara dove ha preso le mosse il lungo corteo con striscioni a bandiere. Non sono più solo i portuali a manifestare dissenso contro il genocidio in atto a Gaza, ma, dicono i manifestanti, è ormai un fiume in piena che attraversa la penisola. Ma a scioperare ovviamente non sono stati solo i lavoratori del trasporto. Si sono uniti anche i lavoratori delle fabbriche e della logistica. Hanno manifestato anche i lavoratori dei settori pubblici, la scuola, i vigili del fuoco, il commercio, l’energia. E poi centinaia e centinaia di studentesse e studenti, con la loro spinta e il loro entusiasmo.
“Siamo tutti equipaggio di terra della Sumud Flotilla”, “Viva la Palestina dei bambini”, ‘Fermiamo Erode”, “Sangue di innocenti sulle mani di potenti”: questi alcuni degli slogan che campeggiano su striscioni e cartelli esposti in corteo a Pescara dove circa un migliaio di persone hanno preso parte alla manifestazione organizzata in concomitanza con lo sciopero nazionale indetto da Usb e sindacati di base (Cub, Adl, Sgb) per la Palestina. Il corteo è partito da piazza Sacro Cuore diretto a piazza Unione, dove ha fatto tappa davanti alla sede della Regione Abruzzo.
“Siamo qui non solo per la Palestina, che abbiamo a cuore e che da 77 anni subisce un colonialismo spietato che ruba le terre – dice Teodoro Pace dell’Usb Abruzzo – ma anche per noi italiani, perché l’agire politico di Israele colpisce anche l’Italia. Basta vedere la compressione degli stipendi e i servizi pubblici smantellati gradualmente. Dobbiamo comprendere che l’industria delle armi fa soldi, ma non è un’industria di sviluppo, i lavoratori di quel settore sono un’esigua minoranza”. “Occorre un boicottaggio vero dell’economia israeliana – dichiara Renato Di Nicola del Forum Abruzzese dell’Acqua -. Abbiamo sempre lottato contro chi vuole privatizzare il servizio
e togliere l’acqua ai palestinesi. Siamo qui per dire che va attaccato il potere economico di Israele dove sia sia perché oggi il genocidio è acclarato”. Accanto a Usb Abruzzo sfilano le associazioni Mediterranea, i Cub, Oltre il Ponte, Forum H2O e ancora Rifondazione Comunista, Anpi Pescara, insieme a tanti studenti. “Siamo scesi in piazza come Unione degli Studenti insieme alla comunità studentesca abruzzese per protestare contro la complicità dello Stato italiano nel genocidio in Palestina – dichiara Elisa Cardola, membro dell’esecutivo regionale UdS Abruzzo -. Riteniamo problematico come il Governo non sappia dare risposte concrete e coerenti alla richiesta costante della popolazione di interrompere qualsiasi rapporto con Israele, dimostrando per l’ennesima volta una scarsa volontà di ascoltare la voce degli italiani e di rispettare il Diritto Internazionale”.
“Lo sdegno per quello che sta succedendo a Gaza e per la complicità dei governi occidentali, Italia in testa, è trasversale e non ha confini, è stato detto ancora. A colpire sono la reticenza e le bugie dei politici, il racconto vergognoso che saremmo in prima fila negli aiuti e altre amenità simili. Tutti sanno che bisogna rompere le relazioni con uno stato terrorista, a tutti i livelli, cominciando come è ovvio dalle armi ma poi passando al piano commerciale e diplomatico. Il resto sono chiacchiere. Sanzioni, embargo, rottura: queste le parole che vogliamo sentire e che sono state gridate in tutte le piazze dello sciopero generale. Per la Palestina libera dal fiume al mare, si urla in tutte le piazze. Con determinazione e responsabilità questo fiume di indignazione è diventato un mare”.