A Pescara la Polizia ha arrestato un 41enne e un 29enne che avevano rubato 14.000 euro in casa di un anziano. Soldi recuperati e restituiti al legittimo proprietario
Vittima del furto in abitazione è un uomo di 76 anni, avvicinato ieri pomeriggio in centro città da due uomini che si sono spacciati per Carabinieri. Al malcapitato hanno detto che aveva subito un furto nella sua abitazione, convincendolo ad accompagnarli in casa per verificare eventuali ammanchi. Una volta entrati nell’abitazione, dove il 76enne vive solo, mentre uno dei due intratteneva l’anziano terrorizzato per la notizia ricevuta, l’altro rovistava nei vari ambienti dell’immobile, rinvenendo e appropriandosi di un’ingente somma custodita in un cassetto.
Un passante, notato l’ingresso nel condominio dei due uomini con l’anziano, ha segnalato tutto al numero di emergenza 112. L’operatore della Sala Operativa della Questura di Pescara, intuito che potesse trattarsi di un raggiro ha convogliato sul posto le volanti, le pattuglie del Reparto Prevenzione Crimine e della Squadra Mobile. Gli equipaggi, perfettamente coordinati tra loro, hanno bloccato le varie vie di fuga e rintracciato l’auto dei due sedicenti Carabinieri, lasciata in sosta con il motore acceso, pronta per la fuga.
I due uomini, visti mentre si dirigevano verso l’auto, sono stati raggiunti e bloccati dagli agenti. La perquisizione sul posto ha permesso di rinvenire l’intera somma nella tasca di uno dei due: oltre 14.000 euro in contanti. Il denaro era ancora custodito in una busta da lettera dove l’anziano, nel corso del tempo, aveva faticosamente conservato i propri risparmi.
Il 41enne ed il 29enne sono stati arrestati e condotti in carcere a disposizione dell’autorità giudiziaria. I soldi sono stati restituiti alla vittima, particolarmente commossa per la professionalità e l’umanità dimostrata dalla Polizia di Stato.
L’operazione rientra nell’ambito dell’implementazione dei servizi volti al potenziamento del controllo del territorio, disposti dal Questore della Provincia di Pescara, Carlo Solimene.