Pescara: progetto viale Marconi, si rischia di perdere 1,3 milioni

Sul progetto di riqualificazione di viale Marconi a Pescara il centrodestra resta ancora diviso. Da una parte coloro che sono favorevoli alla riqualificazione dell’importante arteria cittadina, dall’altra coloro che sono preoccupati per il radicale cambiamento della viabilità. Intanto la FIAB Federazione Italiana Ambiente e Bicilcette di Pescara diffida il Comune.

Il sindaco Carlo Masci ha convocato nuovamente per oggi, mercoledì 4 Marzo, una riunione di maggioranza, da cui si spera uscirà fuori una decisione unanime. Anche se la sensazione è quella di un nuovo rinvio.  Per non perdere un finanziamento europeo di 1,3 milioni di euro viale Marconi sarà riqualificata ed il progetto prevede tra l’altro la realizzazione di tre corsie con una dedicata alla mobilità pubblica.

L’assessore comunale Luigi Albore Mascia ha affermato: ” E’ stata fatta un’operazione di approfondimento legata a tutti gli aspetti compresi quelli economici e finanziari, e a tutti quegli aspetti collegati con il finanziamento europeo, che ha ricordato l’assessore ammonta ad 1,3 milioni di euro. Come tutti i progetti che sono destinati ad avere un grande impatto sulla vita commerciale, sociale, e logistico, merita un approfondimento, un confronto ed una discussione all’ interno della maggioranza.”

LA FIAB DIFFIDA IL COMUNE DI PESCARA

La FIAB, la Federazione Italiana Ambiente e Biciclette di Pescara, interviene in una nota per segnalare che dopo tante lettere e sollecitazioni, cadute nel vuote, ha deciso di inviare al Comune di Pescara una diffida, segnalando la cosa anche ai Ministeri dell’Ambiente e dei Trasporti.

Nella lettera diffida inviata al Sindaco Carlo Masci si legge testualmente:

“apprendiamo dagli organi di informazione che l’Amministrazione Comunale da Lei presieduta intende porre in essere un intervento viario straordinario lungo Via Marconi al fine di realizzare un tracciato veicolare riservato al sistema di trasporto denominato BRT (Bus Rapid Transit) in direzione nord sud, mentre in direzione sud nord un sistema bidirezionale in promiscuo fra tutti gli altri mezzi. Ci risulta non siano previsti percorsi ciclabili riservati, per cui le due ruote non motorizzate, le biciclette, potranno transitare lungo le due corsie in promiscuo con tutti gli altri mezzi, come già accade oggi.
Tale criticità veniva già segnalata con preoccupazione in occasione della presentazione delle osservazioni al PGTU trasmesse entro lo scorso 15 marzo del 2019, allegate alla presente, laddove si evidenziava che “via Marconi, (…) lo studio da una parte sembra non prevede piste ciclabili, se non per un tratto brevissimo compreso tra piazza Unione e via Conte di Ruvo, mentre su una tavola sono invece previste”.
Su questa questione segnaliamo la vigente Legge 19 ottobre 1998, n. 366 – Norme per il finanziamento della mobilità ciclistica, che all’art. 10 recita:
1. Dopo il comma 4 dell’articolo 13 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, come modificato dall’articolo 9 del decreto legislativo 10 settembre 1993, n. 360, è inserito il seguente: “4- bis. Le strade di nuova costruzione classificate ai sensi delle lettere C, D, E ed F del comma 2 dell’articolo 2 devono avere, per l’intero sviluppo, una pista ciclabile adiacente purché realizzata in conformità ai programmi pluriennali degli enti locali, salvo comprovati problemi di sicurezza”.
2. Dopo il comma 2 dell’articolo 14 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, come modificato dall’articolo 10 del decreto legislativo 10 settembre 1993, n. 360, è inserito il seguente:
“2- bis. Gli enti proprietari delle strade provvedono altresì, in caso di manutenzione straordinaria della sede stradale, a realizzare percorsi ciclabili adiacenti purché realizzati in conformità ai programmi pluriennali degli enti locali, salvo comprovati problemi di sicurezza”.

Ad integrazione di quanto ripetutamente anticipato in note precedentemente trasmesse, la presente costituisce formale diffida ad adempiere alla norma richiamata con la predisposizione di un adeguamento progettuale che rispetti quanto imposto dal testo di legge vigente.