Pescara, presentata dall’Arpa a Rimini una tecnica applicata al porto

A Rimini, in occasione della fiera Ecomondo, l’Arpa ha presentato una tecnica di caratterizzazione dei sedimi portuali applicata per la prima volta al porto di Pescara

Una nuova metodologia che è in fase di sperimentazione. E’ stata illustrata dai tecnici di Arpa Abruzzo nel corso del convegno “Porto di Pescara: Una ricchezza per l’Adriatico”. Si tratta di un’esperienza unica nel panorama nazionale, perché introduce modalità operative che consentono di snellire la fase di caratterizzazione dei sedimenti e, di conseguenza, di procedere più rapidamente alle attività di dragaggio in condizioni di sicurezza ambientale.

La sperimentazione nasce dall’esigenza di garantire la navigabilità del porto canale, ostacolata dalla particolare conformazione della diga foranea che, inclinata rispetto alla foce, impedisce il naturale deflusso dei sedimenti verso il largo e determina un accumulo costante di materiali. Per affrontare questa criticità, è stata adottata una soluzione innovativa: l’allestimento di una vasca temporanea in banchina, dove il materiale dragato viene depositato e successivamente campionato e caratterizzato a terra secondo procedure specifiche.

Questa modalità consente di effettuare le operazioni di dragaggio e le verifiche ambientali in parallelo, garantendo continuità alle attività portuali in condizioni di sicurezza controllata.

Grazie a questa metodologia sperimentale, che evita i carotaggi in mare e consente un campionamento diretto a terra, i costi di smaltimento dei sedimenti sono stati ridotti da 300 a 50 euro a tonnellata, con un risparmio significativo per l’amministrazione. È stato inoltre illustrato, nel corso del convegno, come la composizione granulometrica dei sedimenti del porto di Pescara sia costituita per circa il 70% da argilla e pelite e per il restante 30% da sabbia, una caratteristica che ne influenza il comportamento idrodinamico e la frequenza dei dragaggi.

Ancora una volta si è sottolineato il ruolo strategico del porto di Pescara come banco di prova per nuove pratiche di gestione dei sedimenti, capaci di coniugare esigenze ambientali e operatività portuale.

“Il porto di Pescara – ha dichiarato il direttore generale di Arpa Abruzzo Maurizio Dionisio –  dimostra che innovare è possibile anche partendo da condizioni complesse. Ed è proprio da qui – ha aggiunto –  che può nascere un metodo di riferimento per rendere più efficienti e sostenibili le attività di dragaggio”.

La sperimentazione proseguirà, è stato assicurato, valutando la possibilità di estendere il modello ad altri porti dell’Adriatico con caratteristiche morfologiche analoghe.

Daniela Rosone: