Pescara: per Carla Tiboni “il Teatro d’Annunzio va recuperato dopo 58 anni di lavoro senza sosta”

Sul futuro del Teatro monumento d’Annunzio di Pescara interviene anche Carla Tiboni Presidente “Premi Internazionali Flaiano”: “Credo che sia utile non concentrarsi soltanto sulla copertura ma sul recupero del teatro che non gode di buona salute e che negli ultimi 58 anni ha lavorato senza sosta”.

“La notizia che tra le grandi opere finanziate dal Comune di Pescara  – dichiara Carla Tiboni Presidente “Premi Internazionali Flaiano” –  ci sia anche il Teatro monumento d’Annunzio, è sicuramente una buona notizia. Il teatro divenuto luogo identitario della cultura pescarese ed abruzzese, attende da anni di essere completato ed esteticamente recuperato. Oggi il teatro, dopo la recente ferita inferta alla Pineta dannunziana, rappresenta il simbolo della rinascita pescarese perchè è stato salvato dalle fiamme. Nel 1963 fu una vera e propria impresa costruire il teatro, non c’erano soldi, ma un comitato d’eccellenza composto dai più autorevoli rappresentanti della cultura italiana (Carlo Bo, Natalino Sapegno, Mario Pomilio, Ettore Paratore, Loris Colucci, solo per citarne alcuni), ci riuscì. Il teatro fu realizzato dallo scultore ed impresario Vicentino Michetti e i tre progettisti furono Arturo Randazzi, Antonio Cataldi Madonna, Filippo Mariucci e Mariano Pallottini. Un teatro all’aperto, secondo l’auspicio di d’Annunzio stesso, anni prima, quando in alcuni suoi scritti si augurava che in Italia, sui Colli Albani, venisse realizzato un teatro all’aperto come quello di Epidauro, dove poter rappresentare, insieme alle opere dei grandi tragici antichi, anche le sue. E così avvenne, perché il centenario della Figlia di Jorio e poi la Fiaccola sotto il Moggio, furono realizzati in un teatro all’aperto, come desiderava il poeta pescarese che, tra l’altro, ben conosceva quei luoghi, come raffigurano le fotografie dei primi del Novecento di d’Annunzio, Michetti e Tosti sotto i pini e seduti dietro tavole imbandite per festeggiare il ritorno del poeta a Pescara”.

“Un teatro con un’importanza storica, culturale ed architettonica che nel tempo si è andata consolidando. Sino a divenire luogo delle stagioni teatrali all’aperto, e poi ospitare i grandi eventi di Pescara. Oggi il progetto di restauro del teatro prevede anche la sua copertura, mobile o fissa, non lo sappiamo. Credo che sia utile non concentrarsi soltanto sulla copertura ma sul recupero del teatro che non gode di buona salute e che negli ultimi 58 anni ha “lavorato” senza sosta, anche perché i lavori dovranno interessare anche l’adiacente struttura che accoglie l’auditorium Flaiano, che presenta elementi di vetustà visibili. Certo è grave che sulla struttura del teatro e sulla stele, non si siano stati posti vincoli di natura architettonica-paesaggistica, considerato anche che se la proprietà del teatro è del Comune di Pescara, il terreno è demaniale e quindi dello Stato. Sembra paradossale che il vincolo sia stato posto sullo stadio Adriatico ma non sul teatro d’Annunzio, forse c’è stata una involontaria distrazione. Il teatro-monumento d’Annunzio, assolve oggi ad una funzione culturale – strategica, che deve essere sempre più curata e finanziata. Bisognerà poi valutare con attenzione se il teatro andrà coperto o no, perché è nato ed è stato realizzato come teatro all’aperto; proprio di questi giorni è la notizia che il Teatro Michetti verrà ultimato in tempi brevi, quindi Pescara avrà il suo teatro al chiuso. Forse, sulla copertura o meno del teatro e sulle modalità di restauro e di recupero del teatro, dovrebbe essere coinvolta la città di Pescara ed i pescaresi, perché è una decisione importante che segna il passo nella storia di questa città”.