Un nuovo fortino della droga a Pescara, in via Tavo. A parlarne questa mattina Domenico Pettinari e Massimiliano Di Pillo – rispettivamente presidente e consigliere comunale del Movimento Politico “Pettinari per l’Abruzzo”
“Da diversi mesi” -hanno detto- “riceviamo segnalazioni da parte dei residenti del civico 229 di Via Tavo che sono costretti a vivere in un inferno. A seguito delle segnalazioni, abbiamo effettuato diversi sopralluoghi nello stabile di edilizia residenziale pubblica, dove abbiamo potuto verificare l’attendibilità delle stesse. Lo stabile ha un porticato chiuso con una recinzione di ferro, all’interno del porticato stazionano le c.d. “vedette” che accolgono gli acquirenti che arrivano con la media di uno ogni tre minuti. Le vedette si recano nei piani superiori per poi scendere e consegnare qualcosa nelle mani degli avventori. Il palazzo appare quasi blindato, in quanto occupato da queste sentinelle che stazionano nel porticato, salendo e scendendo in continuazione. Entrare all’interno dello stabile rappresenta una impresa perché bisogna prima sorpassare una sorta di “frontiera” presidiata dai “soldati” della malavita che, con fare minaccioso, osservano tutto, per poi recarsi sulle scale dove il degrado si manifesta in tutta la sua gravità”
“Alcuni giorni fa” -raccontano gli esponenti di Pettinari per l’Abruzzo – “un residente del palazzo ci ha segnalato la presenza di deiezioni umane sulle scale interne, davanti alla sua porta. In questo quadro drammatico, che se non fosse vero potremmo parlare di una scena di un film, troviamo i poveri residenti onesti costretti ogni giorno a vivere la propria quotidianità in ostaggio della criminalità. I criminali che esercitano le attività illecite nello stabile hanno anche fatto in modo che tutte le luci delle scale interne e del porticato esterno non funzionassero per garantirsi una ulteriore protezione nelle ore serali. In questo palazzo, come abbiamo accennato, vivono anche famiglie perbene che si alzano la mattina per riportare un pezzo di pane a casa. Ebbene, queste famiglie, frequentemente si sentono minacciate da coloro che usano lo stabile per i traffici illeciti, basta uno sguardo di troppo o una richiesta legittima per finire aggrediti e insultati. In queste condizioni non si può davvero vivere. Basta stazionare per una mezz’ora davanti al palazzo per rendersi conto che qualcosa di anomalo si consuma all’interno dello stesso considerato il traffico di macchine che parcheggiano davanti al portone, gli avventori che entrano nel portico e che dopo 5 minuti al massimo escono”.
“Abbiamo azzardato una stima sul traffico di droga che potrebbe consumarsi in questo edificio. Abbiamo contato 20 acquirenti l’ora per almeno 12 ore al giorno che fanno 240 acquirenti al giorno. Se moltiplichiamo il numero degli acquirenti per una somma media di 20 euro a dose otteniamo 4.800 euro al giorno di incasso illecito! Questi dati da noi stimati rendono chiaramente l’idea di quanto può fruttare un alloggio popolare occupato abusivamente per gestire i traffici illeciti. Davanti a tutto ciò e a tutela della gente perbene costretta a vivere in un inferno quotidiano, imploriamo un intervento da parte delle istituzioni ognuna per le proprie competenze . Al Sindaco chiediamo di inviare subito sul posto gli agenti della Polizia Locale per relazionare sugli inquilini e sulla permanenza dei requisiti in capo agli stessi. Verso chi occupa abusivamente o ha perso comunque i requisiti per l’assegnazione di un alloggio popolare l’amministrazione comunale deve procedere con provvedimenti di decadenza senza ulteriore indugio ma per fare questo deve potenziare gli uffici delle politiche della casa che sono carenti di personale. L’Ater, dal canto suo, in quanto proprietario dell’immobile, deve attivarsi immediatamente per ripristinare la funzionalità dei servizi di illuminazione”, spiegano.
“Le Forze dell’Ordine, unitamente al servizio antidegrado della Polizia Locale, dovrebbero, a nostro avviso, presidiare costantemente questa zona ed attivare iniziative investigative tese allo smantellamento della evidente piazza di spaccio. Chiediamo al Prefetto Vicario di Pescara, di voler coordinare le iniziative necessarie, al fine di ripristinare la pace sociale in questo maledetto fazzoletto di terra che ormai da tempo chiamiamo il “Ferruccio”. concludono Pettinari e Di Pillo.