Pescara non dimentica Crox, un anno fa la sua brutale morte oggi ricordi e momenti condivisi

Un anno fa l’omicidio di Christopher Thomas Luciani, ucciso a 16 anni nel parco Baden Powell di via Raffaello da due coetanei. È lì che oggi alle 18, più o meno alla stessa ora della sua morte, nonna Olga ha voluto un momento allargato a tutta la città affinchè il suo Crox non venga dimenticato

Con il parroco della chiesa adiacente al parco dell’omicidio ci sarà un momento di raccoglimento e di preghiera. Poi i palloncini, la foto di Christopher su un cartellone dove chi vorrà potrà lasciare un messaggio. Ma soprattutto nonna Olga sempre in prima linea per parlare ai ragazzi, si spera tanti, di ascolto, rispetto dei valori, ricerca delle emozioni.

La violenza non ha mai salvato nessuno, è il monito che si legge nel video dedicato a Cristopher Thomas Luciani, realizzato dal regista Walter Nanni di concerto con la Regione Abruzzo e le autorità garanti per l’infanzia e l’adolescenza e le persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale in Abruzzo. A un anno dal macabro ritrovamento del corpo martoriato di Crox nel Parco Baden Powell di Pescara, il 16enne barbaramente accoltellato a morte da due coetanei è stato ricordato nel convegno organizzato all’Aurum dal titolo “Il mondo familiare e minorile tra prassi e diritto”, che si è aperto con un minuto di silenzio in ricordo di una giovane vita spezzata troppo presto e che Olga Cipriano, nonna di Crox, che per onorare la memoria di Cristopher ha dato vita a un’associazione.

Quello di Crox è stato un omicidio la cui brutalità, la giovane età di vittima e assassini, e il contesto sociale in cui è maturato ha segnato una città intera.

Thomas Christopher Luciani, 17 anni da compiere e residente a Rosciano, è stato raggiunto da 25 coltellate all’interno del parco Baden Powell a Pescara. Nel tardo pomeriggio un gruppetto di 7-8 ragazzi ha raggiunto il parco. Poi due di loro sono entrati e hanno incontrato il 16enne. Raggiunta una zona non sorvegliata, lo hanno colpito ripetutamente con un coltello, da sub. I due ragazzi hanno continuato a colpirlo anche quando il giovane era già esanime a terra. All’origine dei fatti, un debito di droga di poche centinaia di euro: forse 200 o 250.

DOPO L’OMICIDIO IL BAGNO IN SPIAGGIA – Dopo averlo abbandonato tra le sterpaglie i due si sono allontanati.  Il gruppo, poi, è andato al mare, in uno stabilimento balneare del centro. Lì, stando alle testimonianze raccolte, sarebbe stato abbandonato il coltello.

A lanciare l’allarme sull’omicidio di Thomas Luciani, alcune ore dopo i fatti, un minorenne parte del gruppo insieme ai due indagati, dopo aver compreso la gravità dell’accaduto. A quel punto, il rinvenimento del cadavere e l’avvio delle indagini, che in poche ore hanno consentito di individuare i presunti responsabili: i due minorenni fermati sono il figlio di un avvocato e il figlio di un maresciallo comandante di una stazione locale di un comune della provincia di Pescara. Determinante, nel lavoro certosino condotto dagli investigatori della squadra Mobile, diretti dal vice capo Mauro Sablone, oltre alle testimonianze, anche la visione delle immagini delle telecamere di sorveglianza presenti al parco e allo stabilimento balneare.

PRIMO INTERROGATORIO, NESSUN PENTIMENTO – I due ragazzi fermati non avrebbero tradito emozioni durante il primo interrogatorio: in sostanza c’è stata assenza di empatia emotiva o pentimento. Dalle fonti vicine al Tribunale emerge che alla base del delitto ci sarebbe un probabile debito di “stupefacente di cui fanno uso ragazzi di quella età” che i due avrebbero dovuto alla vittima per cessioni precedenti: si parla di circa 250 euro. Viene definito “fondamentalmente di persone apparentemente normali” il contesto sociale che contraddistingue sia la vittima che i due presunti omicidi, di un anno più piccoli, tutti e tre cittadini italiani. Le indagini sono coordinate dal capo della Procura per i minorenni dell’Aquila, David Mancini, e dal sostituto Angela D’Egidio.

Pugnalato alle spalle Crox non si è nemmeno potuto difendere- Doveva esserci solo un chiarimento tra Cristopher Thomas Luciani ed i suoi due aguzzini quella tragica sera del 23 giugno al Parco Baden Powell di Pescara. La vittima doveva dei soldi a uno dei due che lo ha attirato in quel luogo. Giunti, però, in un’area nascosta tra la ferrovia e il parco, di proprietà di RFI, l’improvvisa aggressione, con le prime pugnalate violente alla schiena, subito letali, che non hanno dato la possibilità al povero Cristopher di difendersi. Dettagli agghiaccianti dalle 160 pagine della relazione conclusiva dell’esame autoptico del medico legale Cristian D’Ovidio. Una vera e propria esecuzione, probabilmente studiata a tavolino, Cristopher si è subito accasciato su un fianco, ma i suoi due giovani assassini non si sono fermati, altre coltellate, 25 in tutto, sui fianchi sulle gambe e perfino calci in faccia, con una violenza e una crudeltà inaudite. Il tutto suffragato anche dai racconti dei testimoni oculari. Svelato anche il particolare della mano usata, il primo ha agito con la mano destra, mancino il secondo, l’amico dell’aggressore che Cristopher, probabilmente, nemmeno conosceva. Tutta questa assurda violenza per un debito di 70 euro.

Il funerale del piccolo Crox- L’omicidio di Cristopher Thomas Luciani ha fatto riemergere con urgenza la questione dell’analfabetismo emotivo, con cui oggi si additano e colpevolizzano le nuove generazioni in un rimpallo di responsabilità che chiama in causa indistintamente tutti: famiglia, scuola, istituzioni, chiesa, politica e società tutti. Tutti chiamati a un esame di coscienza, come hanno ribadito  il vescovo della diocesi Pescara-Penne Tommaso Valentinetti, il prete antimafia don Antonio Coluccia e il parroco di Rosciano don Marco Spadaccini, nel corso dei funerali celebrati nella chiesa dell’Assunzione della Beata Vergine Maria.

Un funerale difficile, come ha sottolineato monsignor Valentinetti, quello del 17enne morto all’interno del parco Baden Powell di Pescara, a seguito dello choc emorragico irreversibile provocato dalle 25 coltellate sferrate in un impeto di bestialità da due suoi coetanei. Difficile perché chiama in causa le falle della società che oggi si interroga sull’assenza di empatia che pure, ieri pomeriggio a Rosciano, si è palesata con una folla incontenibile di amici, parenti e rappresentanti delle istituzioni e delle forze dell’ordine, presenti al funerale di “Crox”, come gli amici chiamavano Christopher. C’erano anche i piccoli allievi dell’associazione sportiva dilettantistica Rosciano calcio, dove il 16enne aveva giocato per un anno.

6 marzo 2024, la sentenza- Condannati per omicidio volontario con le aggravanti tutte riconosciute tranne il nesso teologico. Parla di sentenza giusta anche se nulla restituirà più il nipote nonna, Olga, che si è detta dispiaciuta anche per i due minori condannati che sono giovani che si sono comunque rovinati la vita. Due pene differenziate perché le coltellate mortali al povero “Crox” come era chiamato dagli amici, le avrebbe inflitte il primo minore. Il secondo ha riferito più volte di aver agito perché costretto e perché minacciato. La richiesta era stata di venti anni e diciassette anni senza attenuanti dopo il processo con rito abbreviato. Questa mattina l’udienza al tribunale dei minori dell’Aquila è iniziata intorno alle 10. La camera di consiglio è iniziata invece poco dopo le 14 e alle 17 circa è stato letto il Dispositivo della sentenza, alla presenza dei 4 legali dei due minori Massimo Galasso, Roberto Mariani, Marco Di Giulio, Vincenzo Di Girolamo e di Olga Cipriano, nonna di Crox con i suoi legali Giacomo Marganella e Cecilia Ventura. La difesa dei due aveva chiesto le attenuanti per la minore età e quelle generiche. I due minori, uno figlio di un avvocato e l’altro di un carabiniere, non erano presenti. Erano collegati in remoto, uno dal carcere minorile di Bari e uno dall’istituto di Roma. “Pena abbastanza giusta: l’ergastolo l’ho avuto io quel 23 giugno, l’ergastolo del dolore. Loro vedranno la luce del sole, il mio Crox non più. Mi spiace anche per loro perché sono ragazzi ma devono capire che chi sbaglia paga”. Lo ha detto la nonna di Thomas ‘Crox’ Luciani Olga Cipriano commentando a caldo la sentenza del Tribunale dei Minori che ha condannato a pene severe i due minorenni autori del delitto di Pescara. Nelle reazioni dopo la lettura del dispositivo di condanna a carico dei due minori, Giacomo Marganella, l’avvocato di Olga Cipriano, nonna della vittima, parla di sentenza esemplare. “Riconosciute tutte le aggravanti, tranne il nesso teleologico – ha dichiarato all’uscita dell’aula l’avvocato Marganella – c’è anche una netta preminenza delle aggravanti sulle attenuanti. Da parte nostra c’è soddisfazione per la sentenza consci anche del dolore che nonna Olga si porta dietro. Nessuna pena avrebbe potuto collimare il danno della signora Cipriano, ma sotto il profilo processuale la sentenza ha saputo valorizzare tutte quelle che sono state le risultanze istruttorie per la metodica indagine svolta dagli ottimi inquirenti. La definizione è da ritenersi più che soddisfacente.”

Sono iniziate giorni fa le riprese dello spot girato da Walter Nanni dedicato a Christopher Thomas Luciani ucciso da due suoi coetanei circa un anno fa in un parco a Pescara. Uno spot fortemente voluto dal Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Abruzzo Maria Concetta Falivene, dal Garante dei detenuti Monia Scalera e dall’Associazione  “Crox” presieduta da Cinzia Marganella con il contributo della coraggiosa nonna di Christopher Olga Cipriano. Lo spot sarà presentato all’Aurum di Pescara in occasione del primo anniversario del giovane di Rosciano e poi diffuso in tutte le scuole della regione.