Pescara- Moreno e la storia di una stretta di mano negata

Affetto da sclerosi Moreno vive da anni su una sedia rotelle: ostaggio al secondo piano di un alloggio Ater senza ascensore chiede ‘solo’ di tornare a vivere.

Era il 1° agosto quando abbiamo raccontato la storia di Moreno, un padre di famiglia affetto da sclerosi multipla da 6 anni e costretto su una sedia a rotelle. La vera barriera nella sua vita, tuttavia, non è rappresentata da quelle due ruote utilizzate come gambe bensì dall’insensibilità di chi riceve e ignora da anni la sua disperata richiesta di un alloggio popolare al piano terra che gli permetta, per come può, di muoversi e vivere. Per oltre un mese abbiamo nutrito la speranza che qualcuno, per ruolo e competenza, rispondesse a Moreno e alla sua famiglia: quando, però, abbiamo capito che nessuna promessa del post servizio avrebbe avuto seguito abbiamo deciso di tornare a denunciare quello che è un caso di vera e propria inciviltà. Con noi questa mattina al civico 22 di via Nora a Pescara, sotto casa di Moreno, Claudio Ferrante presidente dell’Associazione Carrozzine Determinate: questa di Moreno è l’ennesima battaglia che Ferrante ha sposato e che porterà avanti, con noi, fino a quando chi deputato a farlo non autorizzerà il trasloco della famiglia di Moreno da una trappola chiamata casa ad un alloggio popolare che renda a quest’uomo vivibile un quotidiano che ad oggi ha tutto il sapore degli arresti domiciliari.

” Porterò sotto casa di Moreno sindaco, assessore regionale e vertici Ater e farò loro promettere una nuova casa e una nuova vita per un uomo simbolo di molte, troppe, altre storie simili di inciviltà”- ci dice Claudio Ferrante salutandoci.

Una cosa è certa: la rampa di scale che da anni tiene in ostaggio questo padre di famiglia al secondo piano di una casa popolare,  senza ascensore e senza scivoli, oggi ha negato il piacere di una stretta di mano tra Claudio, anche lui su una sedia a rotelle, e Moreno. Un commosso e commovente imbarazzo dinnanzi al quale persino le nostre telecamere sembravano voler solo abbassare lo sguardo.

Il servizio del Tg8: