Il 31 ottobre scadono le autorizzazioni dei parklet nel comune di Pescara. Il Movimento 5 Stelle chiede la proroga al 2027
Una volta, e neanche molto tempo fa, li chiamavamo dehor, l’adozione del nuovo vocabolo fu lenta e graduale, ma si affermò soprattutto nel periodo del Covid, quando l’interno di bar e locali era off limit. Oggi invece si sente molto parlare di parklet e molti pensano sia la stessa cosa, ma è davvero così? In realtà una distinzione c’è, o ci sarebbe:
a differenza dei dehors tipici degli esercizi commerciali, i parklet sarebbero concepiti come spazi pubblici e non come l’estensione privata di un locale. Piuttosto estendono l’area pedonale offrendo un posto dove sostare e riposarsi. Oppure ospitano vegetazione, opere d’arte, rastrelli per bici e altro.
Chiarito il concetto, si passa alla permanenza: sarebbe, per sua stessa natura, a carattere temporaneo e rimovibile. Un modo per testare prima di investire tempo e risorse in una sistemazione strutturale definitiva. Tuttavia lasciarli andare non è affatto semplice, vuoi perché le persone si abituano, vuoi l’idea di città non è abbastanza chiara.
I parklet sono spesso realizzati in partnership con aziende del quartiere, del resto diverse ricerche internazionali dimostrano che progettare strade più facili da percorrere a piedi e in bicicletta e aumentare le frequenze pedonali abbiano un’influenza positiva sugli affari. Certo, a Pescara per digerire le aree pedonali ci sono voluti anni, e qualche commerciante tuttora si mostra insofferente.
Secondo Paolo Sola, capogruppo del Movimento 5 Stelle al Comune di Pescara, “prorogare i parklet fino al 2027 si può e il sindaco Masci dovrebbe spiegare perché intende eliminarli”.
