Il presepe vivente allestito al Parco Florida di Pescara su iniziativa della Parrocchia di Sant’Antonio prende sempre più forma con l’arrivo dei Re Magi direttamente dal mare.
Sono giunti in sella ai loro cavalli direttamente dalla spiaggia antistante la Nave di Cascella a Pescara i Re Magi per portare i loro doni e rendere onore alla capanna di Gesù Bambino allestita nel presepe vivente al Parco Florida.
Da tanti anni, a Pescara, l’arrivo dei Re Magi è un appuntamento fisso delle feste natalizie, al punto da essere diventato una vera tradizione cittadina. Giungono dal mare, da Oriente, a cavallo, guidati da una stella cometa. Si sono messi in cammino alla ricerca di risposte alle domande profonde che inquietano la vita. Il loro pellegrinaggio li conduce fino al Bambino, una creatura piccola che però essi intuiscono colma di una forza speciale, davanti al quale si inginocchiano offrendo doni degni di un re.
Quest’anno l’accoglienza ai Magi, curata come sempre dalla parrocchia di Sant’Antonio, si è svolta al Parco Florida, trasformato per la prima volta in un grande presepe vivente. Nella scenografia erano presenti i pastori con i loro animali – pecore, asini, vitellini – la casa di Maria e Giuseppe con gli attrezzi da falegname, l’osteria con le botti di vino, la capanna con la mangiatoia in cui era deposto il Bambino e perfino il palazzo di Erode.
Nella mattinata di domenica, prima dell’ingresso dei Magi, nel palazzo di Erode andava in scena un balletto di danzatrici che intratteneva il re. Nonostante lo spettacolo, Erode appariva inquieto: informato dell’arrivo di misteriosi stranieri, convocava i suoi consiglieri per sapere che cosa fossero venuti a cercare. Uno di loro richiamava alcune antiche profezie bibliche e il sovrano, temendo di perdere il proprio potere, si adirava e scagliava urla contro quel bambino che vedeva come un possibile usurpatore.
Nel frattempo, all’esterno, i Magi si intrattenevano con i bambini radunati per accoglierli, rispondendo alle loro domande: “perché credete che un bambino così piccolo e povero può essere potente, addirittura figlio di Dio”; “perché dei sapienti e benestanti come voi si mettono in viaggio da così lontano? Cosa siete venuti a cercare?”. “Ma non è che vi siete sbagliati e lui è un bambino come tanti?” Un servitore, che conosce la loro lingua, traduceva le domande e le risposte. Eccone alcune: “Sì siamo ricchi e sapienti, ma né la ricchezza, né l’intelligenza ci sono bastate per essere felici.” “ Ci siamo messi in cammino perché stando fermi nelle nostre realtà ci mancava un orizzonte nuovo, di speranza, di Cielo”. “ Questo Bambino ha qualcosa che non abbiamo trovato altrove, torneremo pieni di una gioia molto particolare che non ci lascerà”.
I bambini intanto intonano canti gioiosi, e suonano flauti e cembali.
Il momento più atteso è stato l’arrivo dei Magi davanti alla capanna, dove si sono inginocchiati di fronte a Maria, Giuseppe e al Bambino – impersonato, quest’anno, da uno degli ultimi nati della parrocchia – offrendo i loro doni. Nei loro sguardi si percepiva una gioia particolare, come se avessero finalmente trovato risposta alle loro domande. Prima della partenza, mentre i bambini li salutavano consegnando loro una letterina, è apparso un angelo che li ha invitati a non tornare da Erode, ma a fare ritorno per un’altra strada. Tra canti e applausi, i Magi si sono allontanati sui loro cavalli, lasciando al Parco Florida e alla città un tesoro spirituale che va oltre la semplice rievocazione: il desiderio di cercare, insieme, il senso profondo del Natale, per incontrare questo Dio che si fa bambino per arrivare al cuore di tutti.


