Pescara, foreste urbane contro i cambiamenti climatici

Il PNRR dà l’opportunità di realizzare interventi per climatizzare le città, è un’occasione storica che Pescara non può e non deve perdere

L’architetto Tommaso Di Biase, responsabile “Territorio Ambiente e Città” del PD, in una nota inviata alla stampa sottolinea che per combattere gli effetti devastanti dei cambiamenti climatici in atto e l’aumento della temperatura che lo caratterizza negativamente, è necessario, tra le altre cose, piantare foreste all’interno della città. Per fare questo ci vuole un “piano” di largo respiro. Queste le sue proposte di massima. A Pescara vi sono aree libere di proprietà pubblica collocate strategicamente che si prestano allo scopo:

  1. le aree di risulta* delle ferrovie al centro della città (circa 13,00 ettari);
  2. le aree dell’ex scalo merci delle ferrovie a Portanuova (circa 5,5 ettari);
  3. l’area, più piccola ma preziosa, dell’ex Cofa (2,5 ettari).

Poi ci sono aree importanti di proprietà privata da acquisire al patrimonio pubblico:

  1. l’area ex Cogolo, posto sulla direttrice di atterraggio e decollo dell’aeroporto (circa 7,0 ettari);
  2. le aree lungofiume già utilizzate dal Cementificio ormai dismesso (circa 12,0 ettari);
  3. le aree del cosiddetto “parco nord” collegate alle Naiadi e alla Pineta di S. Filomena (circa 5,5 ettari).

Inoltre ci sono aree di proprietà sia pubblica che privata collocate sulle colline della città a nord e a sud, oltre alle aree poste lungo l’asta fluviale compresa la loro dimensione territoriale extraurbana. Per le sei aree indicate sopra (in totale 45,5 ettari), a partire dall’area di risulta, è necessario bandire dei concorsi di progettazione, vista l’importanza estetica ed ecologica del contesto urbano nel quale sono inserite.

Infine, oltre alla rigenerazione verde dei numerosi parchi esistenti, a partire dalla riserva dannunziana, è necessario sviluppare un piano certosino di piantumazione di tutte le strade e dei viali urbani e extraurbani, come aveva previsto la lungimirante pianificazione del dopoguerra dell’architetto Luigi Piccinato su mandato dei sindaci di sinistra di quel periodo eroico della ricostruzione.

* Per l’area di risulta la giunta Masci sta facendo due errori madornali: il primo è quello dei parcheggi-silos per oltre 2500 posti auto, il secondo è localizzare all’interno dell’area il Palazzo della Regione. La somma di queste due scelte comporta la quasi totale cementificazione dell’area con la destinazione a verde pubblico di terreni del tutto residuali. Comporta inoltre l’aumento esponenziale del traffico nel cuore della città, che la renderà più invivibile di quanto non sia adesso, piuttosto che al contrario riqualificarla.

Tutto ciò in totale difformità da quanto previsto nell’atto di acquisto dell’area ad opera della giunta Pace-Sospiri nel 2001, che destinava l’80% dell’area a verde pubblico e il restante 20% a servizi pubblici e collettivi. Un vincolo di destinazione condiviso, allora come oggi, da tutti i gruppi consigliari del Comune e dalla maggioranza dei cittadini di Pescara, vincolo presente nel PRG vigente.