Papa Ratzinger e il suo rapporto speciale con la città dell’Aquila

Aveva un rapporto speciale con L’Aquila e l’Abruzzo Papa Benedetto XVI e per questo la sua scomparsa ha colpito tutti

In città il 28 aprile del 2009 depose il pallio sulla teca contenente le sacre spoglie dell’eredità del Morrone. In quella visita il Papa passò sotto la porta Santa eccezionalmente aperta per lui, depose il suo pallio riabitando la figura di Celestino quinto, concetto che riaffermò nel 2010 nella visita a Sulmona dove definì il rifiuto del Frate grande coraggio.

Papa Ratzinger non partecipò ai funerali di stato delle vittime del sisma ma qualche giorno dopo monsignor Molinari, allora vescovo dell’Aquila, fu chiamato dal Papa che voleva arrivare all’aquila per manifestare la sua vicinanza. E fu una visita ricca di significati. Tre settimane dopo il sisma. La visita a Onna, quelle vesti bianche in mezzo alle macerie e alla distruzione con le parole di conforto pronunciate a chi aveva perso tutto e poi il trasferimento a Collemaggio con il Papa che conosceva già la storia di Celestino. Il raccoglimento dinanzi alla casa dello studente, l’incontro nella cittadella della finanza con terremotati e volontari. Chi ricorda bene quei momenti è il giornalista del centro Giustino Parisse che con la moglie Dina incontrò a Onna il Pontefice in una giornata piovosa. Un Papa timido e di poche parole. In merito alla visita a Collemaggio e alla riabilitazione di Papa Celestino Parisse definisce Pietro da Morrone il primo Papa moderno. Le sue visite in Abruzzo furono diverse, anche a Rocca di mezzo il 5 agosto del 2010.