L’esito dell’autopsia dà l’ennesima svolta all’indagine sulla morte di Lorena Paolini, la 53enne di Ortona trovata senza vita nella sua abitazione quasi un anno fa, per la quale è indagato il marito Andrea Cieri

Il responso del medico legale Cristian D’Ovidio propende per il suicidio tramite asfissia meccanica violenta, scartando l’ipotesi di omicidio e, di fatto, scagionando il marito Andrea Cieri, indagato per omicidio volontario. La perizia di D’Ovidio, basata su elementi circostanziali, autoptici, istologici e tossicologici, evidenzia l’assenza di segni di difesa sul corpo della donna e documenta un solco sul collo ritenuto atipico per un’azione omicidiaria.

Tuttavia, la famiglia di Lorena, in particolare la sorella Silvana Paolini, assistita legalmente da Francesca Di Muzio, rifiuta categoricamente la tesi del suicidio, e nel suo pool ha ingaggiato anche la criminologa Roberta Bruzzone.

Anche la relazione dei Carabinieri del Ris di Roma, incentrata su una simulazione nella casa con un manichino, ha dato esiti inconclusivi, non supportando né l’ipotesi suicidaria, sostenuta dalle testimonianze della figlia e del cognato della vittima,  né quella alternativa. Allo stato sarebbero dunque pochi gli elementi probatori a carico di Andrea Cieri. Ora che gli accertamenti sono terminati, tocca al Pm di Chieti Falasca avanzare la richiesta di eventuale rinvio a giudizio o di archiviazione nei confronti dell’unico indagato, peraltro mai destinatario di misure cautelari dal giorno della morte di Lorena.

Infine, l’analisi dei messaggi sui cellulari di Lorena e Andrea, condotta dal consulente informatico Davide Ortolano, ha rivelato una lite tra i due il giorno della tragedia, scaturita da un’emoticon ricevuta da Lorena da un altro uomo. Nonostante il marito le avesse intimato di andarsene, Lorena gli aveva ribadito il suo amore. Gli ultimi messaggi scambiati, contenenti un’allusione al suicidio, non convincono la sorella Silvana, che dubita che Lorena, donna lucida e determinata, li abbia scritti.