Orrore Sulmona: il 14enne nega tutto. L’avvocato della vittima racconta di una bambina devastata

“Venerdì mattina ci saranno gli accertamenti peritali per il minore sul suo telefono. Lo stesso minore nega di aver avuto rapporti sessuali con la bambina e quindi l’esistenza dei video”. Così l’avvocato Alessandro Margiotta difensore del ragazzo di 14 anni accusato dell’orrore vissuto per circa due anni da una ragazzina di 12 anni. La famiglia della vittima chiede silenzio e rispetto in un dramma che ha scosso una intera regione

Il 14 enne è accusato insieme ad un 18enne di Sulmona di aver violentato per circa due anni la ragazzina e poi di avere diffuso i filmati delle violenze su gruppi WhatsApp.

“La bambina è fortemente provata, sente un forte senso di umiliazione, di frustrazione, piange, ha detto di sentirsi ferita, violata soprattutto nell’animo”. Così all’ANSA Maria Grazia Lepore, avvocata di Sulmona dopo il suo primo incontro con la 12enne che ha denunciato violenze sessuali ripetute, filmate e poi diffuse su Whatsapp dai suoi aggressori, un 14enne e un 18enne della Valle Peligna. “La famiglia – ha detto – ha chiesto di farmi portavoce della richiesta di silenzio e rispetto: la ragazzina va a scuola, cerca di andare avanti con la sua vita. I genitori ringraziano per la solidarietà ricevuta, ma chiedono rispetto”.

La bambina, insieme ai genitori, ha incontrato l’avvocata Maria Grazia Lepore, per l’affidamento dell’incarico, mentre arriva la dichiarazione di innocenza da parte dell’aggressore minorenne. “È chiaro – commenta l’avvocata – che in una strategia difensiva il ragazzo può dichiarare quello che vuole, però ci sono dei video, che vedrò”.
Tornando al primo incontro con la sua assistita l’avvocata spiega che “la ragazzina si sente catapultata, ha paura di
uscire, ha chiamato il 114 ed è stata coraggiosa. Ora prima di tutto la sua tutela, la tutela di una ragazzina di 12 anni”.
La diffusione dei video degli abusi sarebbe avvenuta recentemente, mentre le violenze sarebbero andate avanti da
circa due anni: l’ipotesi è quella che siano stati diffusi proprio perché la bambina avrebbe cominciato a sottrarsi e non
rispondere più alle richieste dei due aggressori.