“Operazione Rider”: sgominata banda di spacciatori a Montesilvano

I Carabinieri del NOR di Montesilvano hanno eseguito 3 ordinanze di custodia cautelare. Due giovani, un montesilvanese e uno di due fratelli tunisini, sono finiti in carcere, mentre l’altro fratello è stato sottoposto all’obbligo di dimora

Le accuse sono di spaccio e detenzione di stupefacenti. Le misure cautelari sono state emesse dal G.I.P. del Tribunale di Pescara, su richiesta della Procura.

L’inchiesta, denominata “Operazione Rider”, ha coinvolto anche due minorenni, già raggiunti da misure cautelari di collocamento in comunità, a riprova del ruolo cruciale che ricoprivano nell’organizzazione. Il nome dell’operazione deriva dal fatto che i minori venivano usati come veri e propri “rider” per le consegne della droga, utilizzando biciclette elettriche a noleggio per raggiungere scuole e piazze di spaccio.

Le indagini dei Carabinieri sono partite lo scorso ottobre dopo l’arresto in flagranza di uno degli indagati, trovato in possesso di 2,1 kg di marijuana e con un garage che, si stima, avesse contenuto fino a 50 kg di droghe varie. Le perizie sui telefoni hanno permesso di ricostruire il traffico, gestito principalmente tramite una chat su Telegram, con un raggio d’azione che andava da Teramo a Ortona.

Si stima che la banda avesse incassato circa 50.000 euro in soli due mesi, a fronte dello spaccio di almeno 22 kg di sostanze stupefacenti. A carico degli indagati maggiorenni si aggravano le accuse per aver indotto dei minorenni a commettere reati e per aver destinato le sostanze a persone di minore età. L’uso di minori era una strategia per penetrare in un mercato più vasto e proficuo, con i ragazzi che operavano con regole precise, tra cui quella di non divulgare nulla in caso di fermo.

Carmine Perantuono: Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.