E’ arrivata poco dopo le 19,30 l’attesa sentenza per l’omicidio sulla strada Parco: ergastolo per Cosimo Nobile e Natale Ursino. Assoluzione per Maurizio Longo
Era il tardo pomeriggio del 1° agosto 2022 quando un killer con la testa coperta dal casco di una moto fa irruzione nel bar pieno di gente sulla strada Parco esplodendo sei volte contro il 66enne architetto di Francavilla, Walter Albi, morto sul colpo: il 49enne ex calciatore, Luca Cavallito, sopravvisse miracolosamente alle ferite prodotte dalle tre pallottole conficcate nel corpo e nella testa.
La pubblica accusa ha sempre ribadito di avere fornito prove oltre ogni ragionevole dubbio chiedendo, per questo, l’ergastolo per Cosimo “Mimmo” Nobile, Maurizio Longo e Natale Ursino. Le difese del presunto autore materiale, del fiancheggiatore e del mandante hanno, invece sempre fermamente respinto la responsabilità dei loro assistiti.
Lunedì dopo l’intervento degli avvocati di Parte Civile per Cavallito, Sara D’Incecco ed Ernesto Rodriguez, è stata la volta degli avvocati difensori di Cosimo Nobile Massimo Galasso e Luigi Peluso. Il loro intervento tutto incentrato sulla mancanza di riscontri certi e prove scientifiche a carico del loro assistito.
Reazioni a caldo subito dopo la lettura del dispositivo di sentenza da parte del Presidente della Corte d’Assise Guido Campli: Il Procuratore Capo Giuseppe Bellelli:
“Quello che dovevamo dire l’abbiamo detto nel processo non ho null’altro da aggiungere”.
Massimo Galasso, avvocato di Cosimo Nobile: “Ovviamente questa sentenza non ci soddisfa, ma è inutile commentare, posso solo dire che ricorreremo in Appello perché continuiamo a credere che il nostro assistito sia innocente.”
Luca Cavallito esce, intanto, dall’aula e si abbandona su una sedia, un lungo processo tutto incentrato sulle sue dichiarazioni, fatte senza mai un tentennamento, sulle responsabilità a carico di Nobile, oltre alla sofferenza patita per la lunga degenza, i dieci giorni di coma e i diversi interventi chirurgici che ha dovuto subire, ora non ha più forze: “Non ho nulla da dichiarare – si limita a dire.
Dicono di più i suoi avvocati di parte civile Sara D’Incecco e Ernesto Torino Rodriguez: “Non parlerei di soddisfazione – dice la D’Incecco – nel rispetto della figura di Walter Albi che non c’è più, ma certamente non possiamo che sottolineare come la Corte abbia considerato credibile Luca Cavallito che dal primo momento, ossia dal suo risveglio dal coma, fino ad oggi ha sempre dato una sola e unica versione dei fatti.”
“Il punto era uno solo – precisa Torino Rodriguez – o Luca Cavallito si è inventato tutto oppure ha sempre detto la verità, il processo ha avuto sempre questo come unico punto di riferimento e in qualità di Parte Civile posso solo dire che se Cavallito è da considerarsi testimone credibile la sentenza non poteva che essere questa.”
Le ultime parole affidate a Matteo Di Martino parte civile per la figlia di Walter Albi, alla quale la Corte ha riconosciuto una provvisionale di 100 mila euro, così come per Cavallito: “Non parlerei di soddisfazione, Walter Albi non c’è più e sua figlia non potrà mai più riabbracciare suo padre – dice Di Martino – ma possiamo senz’altro dire che giustizia è stata fatta.”
