Omicidio Lanciano: l’arrestato aveva un arsenale in casa. Mercoledì l’interrogatorio di garanzia

Sarà interrogato mercoledì mattina Amleto Petrosemolo, 70 anni, di Lanciano, arrestato ieri per l’omicidio volontario del vicino di casa Francesco De Florio De Grandis, 72 anni. Al gip di Lanciano Massimo Canosa dovrà spiegare i motivi del suo incomprensibile gesto omicida

Interrogatorio di garanzia che avverrà in modalità da remoto dal supercarcere frentano dove è recluso con l’accusa di omicidio
volontario, aggravato da futili e abbietti motivi. Sempre mercoledì è prevista l’autopsia all’ospedale di Chieti. Il pm Serena Rossi darà l’incarico domattina al medico legale Cristian D’Ovidio.

Ieri mattina, domenica, in via Cipollone a Lanciano l’indagato ha teso un agguato al suo condomino dirimpettaio colpendolo con oltre 10 colpi con una calibro 9 di una Beretta che conteneva 15 proiettili in totale. Riteneva che la vittima parlasse male di lui. Nel borsello  i carabinieri gli hanno trovato anche una seconda pistola modello Glock e un altro caricatore. In casa i militari, diretti dal tenente colonnello Vincenzo Orlando, gli hanno poi trovato altre 5 armi, tra pistole e fucili. Si sta procedendo alle verifiche per capire se tutte le armi, legalmente detenute, abbiano i titoli autorizzativi ancora validi. Subito dopo l’omicidio Petrosemolo si era rifugiato in casa di una conoscente.

“Le testimonianze raccolte nell’immediatezza dai testimoni presenti è stato molto importante per identificare in breve tempo l’indagato”, dice il comandante Orlando.

«De Grandis mi stuzzicava»: con poche parole il 70enne Amleto Petrosemolo ha dato voce al movente dell’omicidio di Francesco De Florio De Grandis, 72 anni, ucciso ieri mattina in via Cipollone nel quartiere Santa Rita di Lanciano. Era uscito per andare a messa, ma in chiesa Francesco De Grandis non è mai arrivato, freddato alle spalle con una decina di colpi di pistola, dopo aver percorso appena qualche metro dalla sua abitazione. A dare l’allarme sono stati i vicini di casa, svegliati dagli spari in quella che doveva essere una domenica mattina come tante, nel quartiere della periferia lancianese dove vivevano sia Amleto che Francesco, vicini di casa, omicida e vittima di un inaspettato episodio di cronaca nera. Tanto più assurdo perché “Ciccillo”, come era conosciuto a Lanciano Francesco De Florio De Grandis, era ben voluto da tutti e non aveva nemici.

Appassionato di musica – aveva inciso anche alcuni cd con la sua chitarra –, il 72enne era un imbianchino in pensione che usava i pennelli anche per dipingere quadri, tanto che nella sua Lanciano era conosciuto anche come il “pittore della notte”. Realizzava anche i cosiddetti “carnevali” di legno e cartapesta da incendiare in piazza secondo la tradizione; proprio una delle sue opere sarebbe stata utilizzata per la festa di quest’anno, ha dichiarato Filippo Paolini, sindaco di Lanciano, che parla di «un’intera città scossa da questo fatto di sangue, avvenuto senza una ragione».