La lettera dal Carcere di San Donato di Davide Troilo, condannato a 30 anni per l’omicidio di Jennifer Sterlecchini avvenuto il 2 dicembre del 2016. Un apparente pentimento che la famiglia della vittima rispedisce al mittente, parla al Tg8 la mamma di Jennifer Fabiola Bacci.
Oggi si celebra la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, ma tra qualche giorno si commemora un tragico anniversario, quello della morte della giovane Jennifer Sterlecchini, uccisa con 17 coltellate il 2 dicembre del 2016 in una villetta di San Giovanni Teatino. Jennifer attirata nella trappola, con la porta di casa chiusa in faccia a sua madre Fabiola accompagnata da un’amica che da fuori hanno sentito le urla strazianti della vittima, mentre il suo ex compagno Davide Troilo la colpiva con 17 fendenti. A distanza di 9 anni, dal Carcere di San Donato dove Troilo sta scontando la pena di 30 anni, arriva una sua lettera indirizzata a Fabiola e al fratello di Jennifer Jonathan. Un tentativo di ravvedimento che la famiglia di Jennifer rispedisce al mittente:
“Una lettera autoriferita – dichiara Fabiola Bacci al Tg8 – dove non viene mai menzionato il nome di mia figlia, io non perdono. Non c’è nulla di sincero in quello che ci è scritto, a me sembra più una questione di comodo, non so a cosa mirano lui e chi gli sta intorno. E’ una lettera farsa, io una cosa vorrei dirgli, visto che anche lui è un genitore come me, perdonerebbe mai chi ha tolto la vita a suo figli? Dice di comprendere il mio dolore? Ma ha mai immaginato cosa provavo io quel maledetto giorno, chiusa fuori casa, mentre sentivo le urla strazianti di mia figlia che veniva uccisa?”
Nove anni sono passati, Fabiola prova ad andare avanti, partecipando spesso a iniziative contro la violenza sulle donne, ma non dimentica e non perdona, tuttavia, è riuscita a recuperare un pò di serenità dopo tutti questi anni?
“Ci provo, ma non è facile – ci dice Fabiola – Jennifer manca ogni santo giorno, lei non c’è più e questa lettera farsa non fa che offendere ancora di più il ricordo di mia figlia.”
Sulla lettera di Troilo interviene anche l’avvocato di Fabiola, Rossella Gasbarri. E’ stato deciso di non rendere pubblica la versione integrale della lettera proprio perché è una missiva ritenuta senza alcun valore, anzi:
“Con questa lettera l’assassino di Jennifer è stato in grado di annientare anche il suo ricordo. L’ennesimo tentativo maldestro di portare avanti una strategia, perché è così che va considerata, che mira a vantaggi per sé. Ci ha già provato, cercando di far credere ai giudici che è stata Jennifer ad aggredirlo per primo, salvo poi essere smentito dalla perizia che ha accertato che le ferite da lui riportate erano auto inferte. Ha poi tentato la strada dell’incapacità di intendere e di volere, anche quella respinta, ed ora questa lettera che ci offende ancora di più. L’unica cosa che questa lettera ci consegna è la sua totale ammissione di colpevolezza, con tanto di movente, non accetttava il fatto di essere lasciato. Lui ora è libero di uscire dal carcere per andare a lavorare, Jennifer, invece, per colpa sua, non ha più una vita.”
