Nuova Pescara: che fine ha fatto la fusione? Camplone chiede un commissario

Il presidente dell’associazione che promuove la fusione dei comuni di Pescara, Montesilvano, Spoltore, Marco Camplone lamenta i ritardi nell’attuazione del progetto e chiede un commissario

Dando voce ai tantissimi associati, da Confindustria alla Cna, dalla Fondazione Pescara Abruzzo alla Camera di Commercio a Federmanager e a tutte le altre sigle, il presidente dell’associazione ‘Nuova Pescara’, Marco Camplone, critica il non fatto: “Se fossero stati rispettati i tempi del legislatore mancherebbe poco alla costituzione, ma il ritardo accumulato parla chiaro”.

 “La strategia di non  raggiungere il numero legale per i lavori delle commissioni sia la mortificazione della democrazia, oltre che un insulto ai cittadini. I lavori sono talmente indietro da rendere indispensabile l’intervento di un commissario. I consigli comunali vanno commissariati nel più breve tempo possibile perché hanno fallito su tutti i fronti. E ci dispiace per i tanti consiglieri e assessori che vorrebbero davvero lavorare per la fusione e non possono farlo a causa di altri. Abbiamo suggerito e auspicato un’azione politica trasversale volta a sfruttare le opportunità, anche quelle del Pnrr, per finanziare al meglio quella che è la più grande fusione di comuni d’Europa. Invece, sentiamo ancora argomentare che il problema di avere tre via Roma o tre via Garibaldi sia insuperabile. È ridicolo».

Una ‘Nuova Pescara’ esiste già nella vita quotidiana dei cittadini, ma non per la burocrazia e per una parte della politica. Esistono ancora  tre comuni, tre sindaci, tre giunte, tre diversi tipi  di tasse eccetera. “Tutto ciò  comporta un aggravio di oneri e spese per i residenti, in controtendenza con l’Europa, dove il cittadino viene posto al centro di politiche di sviluppo economiche, sociali e ambientali, in cui in primis conta la persone”.

“Per dare una scossa a una situazione di stallo che dura ormai da troppo tempo, l’unica soluzione è la nomina di un commissario. Ci sono consiglieri ed assessori, nei tre comuni, che sono disponibili a lavorare per la ‘Nuova  Pescara’ ma non riescono a farlo perché ostacolati dall’immobilismo altrui. Nemmeno dalla Regione arrivano segnali forti di voler andare avanti verso questo progetto”.

Camplone incalza anche il presidente Marsilio, la giunta e il consiglio regionali «che non hanno mai dato l’impressione di volersi adoperare per l’attuazione della legge regionale del 2018 rispettando l’esito referendario datato 2014. La critica riguarda in maggior misura i pescaresi eletti alla Regione, da sempre in letargo».