A Spoltore nasce il Comitato “No alla fusione”, contrario all’istituzione della nuova città di Pescara, frutto della fusione di Pescara, Montesilvano e Spoltore
Gli obiettivi del Comitato sono quelli di “Proteggere e tutelare la comunità locale, difendere l’identità, la storia e peculiarità di Spoltore e chiedere informazioni chiare, documentate e verificabili su una scelta destinata a incidere profondamente sulla realtà amministrativa, sociale ed economica di migliaia di persone”.
La neonata realtà auspica che il dibattito si basi “su dati ufficiali, impatti verificabili e numeri concreti” e non “su slogan” e chiede se esistano “analisi ufficiali che dimostrino reali vantaggi economici per i cittadini di Spoltore”.
Il Comitato chiede dove siano “gli studi che dimostrano miglioramenti concreti nei settori trasporti, sanità, scuole, sicurezza e burocrazia” oltre alla “tutela dell’identità locale”.
Chieste trasparenza fiscale e partecipazione democratica. “Non si tratta di polemiche, ma di una richiesta di informazioni chiare e complete. I cittadini devono poter decidere con consapevolezza e responsabilità, senza schieramenti ideologici. La maggior parte delle risposte a favore della fusione si basa su proiezioni non confermate da atti ufficiali. Mancano dati certi, gli incentivi non sono garantiti e la pressione fiscale di Spoltore, più contenuta che a Pescara, rischia di aumentare”.
A proposito del referendum del 2014, il Comitato sottolinea che “non può essere considerato attuale o vincolante: sono mutati la popolazione, le condizioni socioeconomiche, la normativa di riferimento e i servizi pubblici. Una decisione presa in un contesto ormai superato non può rappresentare la volontà attuale dei cittadini”.
Sottolineando che verranno organizzati incontri, eventi, banchetti informativi e “iniziative utili a dare voce ai cittadini di Spoltore”, il comitato afferma che si sta valutando “la possibilità di organizzare una nuova raccolta firme per chiedere agli organi competenti una consultazione popolare aggiornata”, con l’obiettivo di “garantire una decisione realmente rappresentativa, alla luce dei profondi cambiamenti
economici, sociali e politici degli ultimi undici anni”.