No all’estrazione di gas dal lago di Bomba: ieri la fiaccolata

Amministratori, movimenti politici, associazioni e semplici cittadini ieri in fiaccolata per dire No all’estrazione di gas dal Lago di Bomba. La nota della LNEnergy: “Ammnistrazione incoerente”

La fiaccolata è stata organizzata dall’amministrazione comunale e dal comitato Gestione Partecipata Territorio di Bomba ed era aperta a tutti. Alle 16 il corteo è partito dalla rotatoria di via Lago (uscita di Bomba della Fondovalle Sangro) e ha raggiunto prima la piazza del paese e poi la sala del Museo etnografico, per la conclusione della manifestazione. In prima fila il sindaco di Bomba, Raffaele Nasuti, e il presidente del comitato, Massimo Colonna. La partecipazione è stata stimata in un migliaio di persone, compresi una ventina di sindaci del territorio giunti per affiancare il primo cittadino di Bomba.

Oggi al società che dovrebbe realizzare l’impianto, la LNEnergy, ha diffuso una nota in cui parla di non coerenza dell’amministrazione comunale e di trivelle già presenti da anni sul territorio (vedi in basso).

All’iniziativa di ieri hanno aderito la Provincia di Chieti e diversi Comuni del Chietino, tra i quali Altino, Archi, Atessa, Casoli, Colledimezzo, Monteferrante, Paglieta, Pennadomo, Perano, Pietraferrazzana, Pizzoferrato, Rocca San Giovanni, Tornareccio, Torricella Peligna, Vasto, Villa Santa Maria; i partiti Europa Verde, Avs Abruzzo, Giovani Dem Chieti, Movimento 5 Stelle Abruzzo, Pd Chieti, Sinistra Italiana Chieti e Ortona; i circoli e le associazioni Legambiente Green Lake, Geo Aps Atessa, Wwf Zona Frentana e Costa teatina, Wwf Abruzzo.

L’obiettivo dichiarato era scandire un No forte e chiaro al progetto della LnEnergy che di recente ha ottenuto il parere favorevole del comitato Via Pniec, mentre si valuta l’eventuale ricorso al Tar dopo la pubblicazione del decreto definitivo.

Amministratori, partiti e associazioni aderenti esprimono ferma contrarietà al progetto e sollecitano interventi di sviluppo sull’idroelettrico.

La costruzione della diga di Bomba e la nascita del lago, secondo i manifestanti, hanno drammaticamente contribuito allo spopolamento dei centri del territorio” – dicono i promotori della manifestazione segnalando anche le numerose frane che si sono create durante i lavori di costruzione della diga, negli anni tra il 1955 e il 1969. Non solo:

“Il lato sinistro dell’opera, il Monte Tutoglio, ha avuto la necessità, non prevista, di essere rafforzata dall’infiltrazione di migliaia di tonnellate di cemento. Entrambe le sponde del lago sono caratterizzate dalla presenza di numerose frane, il cui stato è peggiorato negli ultimi decenni. Circa un decennio dopo c’è stato il passaggio della strada (Fondovalle Sangro, ndr) nella vallata e, contro il parere degli anziani del paese, è stato realizzato un grande viadotto nonostante si sapesse che in quell’area c’era una zona paludosa”.

Poco dopo il completamento del viadotto, il pilone centrale ha iniziato a sprofondare nel terreno. Per garantire la sicurezza, la parte centrale dell’opera venne poi abbattuta con la dinamite.

“Cos’altro deve succedere per convincersi che il nostro bel territorio è purtroppo molto fragile? – chiedono i cittadini di Bomba – Non tutti i tecnici, però, sono ottusi ed ostinati verso l’ambiente. Già dai primi anni ’60, infatti, si sarebbe potuto sfruttare anche il giacimento di gas naturale presente nella stessa zona. Dopo più di 30 anni di studi e di ricerche, i tecnici dell’Agip, nonostante le sollecitazioni del ministero dello Sviluppo economico, rinunciarono per i forti impatti ambientali, vista la pessima qualità del gas presente, e per gli enormi rischi idrogeologici, connessi alla instabilità del territorio. Tutto questo per la LnEnergy non conta niente!
Potevano evitare di chiedere un permesso di ricerca per riscoprire un giacimento di cui si conosceva tutto, fin nei minimi dettagli, e le informazioni erano pubbliche e accessibili a tutti. L’istanza andava immediatamente rigettata perché lo Stato italiano si era già espresso su questo progetto e non si può far spendere energie e risorse alle nostre istituzioni, interrogandole più volte sulla stessa questione. A tutt’oggi la Valutazione degli impatti ambientali pubblicata non rileva approfondimenti in grado di rassicurare sui rischi idrogeologici storicamente denunciati. Il Comitato Pnrr-Pniec, infatti, evidenzia possibili ripercussioni negative sul territorio, ma si limita ad auspicare l’istituzione di un Osservatorio ambientale per monitorare gli impatti ambientali e le conseguenze sulla stabilità della diga del lago di Bomba e delle frane circostanti. La decisione assunta, poi, appare del tutto inadeguata rispetto alla criticità del caso e rappresenta l’esatto contrario dell’applicazione del principio di precauzione. L’istanza, inoltre, non poteva essere valutata dal Comitato Pniec, poiché non ha competenze sulle fasi di estrazione e raffinazione di idrocarburi che sono quelle più impattanti”.
Di seguito la nota LNEnergy sull’estrazione di gas a Bomba e sull’incoerenza dell’amministrazione comunale rispetto alle scelte fatte ed elogiate in passato. Il comunicato stampa è arrivato in redazione corredato di foto dei giornali dell’epoca.

LNEnergy interviene nel dibattito sull’estrazione di gas a Bomba sottolineando la non coerenza nella pianificazione strategica del territorio dell’attuale amministrazione comunale, che oggi come quasi vent’anni fa era ed è alla guida del Comune di Bomba. Le trivelle nel territorio di Bomba sono arrivate in passato, nei 5 anni dal 2003 al 2007, in cui si è realizzata l’infrastruttura estrattiva dei 2 pozzi MP1 e MP2 con il pieno supporto autorizzativo di tutti gli enti comunali, provinciali e regionali. Questo percorso portò poi nel 2008 al riconoscimento della consistenza mineraria da parte dell’allora Ministero delle Attività Produttive con il decreto di istituzione dell’area mineraria MontePallano.

Nel 2007 il giacimento veniva pubblicamente presentato come un’occasione di sviluppo. In quell’anno, il Sindaco di allora, e di oggi, descriveva l’iniziativa come «una svolta, senza danni ambientali», e la stampa locale riportava «l’ottimismo… segnale di ripresa economica». Le istituzioni del territorio vedevano nel progetto un’opportunità di rilancio economico, occupazionale e sociale.

Il nuovo progetto di sviluppo del giacimento gas di Collesanto è stato valutato e ritenuto compatibile dai competenti livelli ministeriali da più punti di vista: ambientale, paesaggistico/culturale e sicurezza diga. Con la pronuncia favorevole del competente Ministero della Cultura – Soprintendenza Speciale PNIEC-PNRR del 18 novembre 2025, dopo il precedente parere finale favorevole di compatibilità ambientale espresso dalla Commissione VIA PNIEC-PNRR del MASE lo scorso 24 luglio 2025, salgono a tre i pronunciamenti favorevoli dei competenti Ministeri della Repubblica Italiana sul nuovo progetto di sviluppo del giacimento gas di Collesanto, unitamente al Nulla Osta del competente Ufficio Grandi Dighe del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti dello scorso 5 novembre 2024 emesso in ottemperanza del nuovo D.M.94 del 14 maggio 2024, sentito anche il parere del Gestore attuale della Diga di Bomba (n. arch. 715).

La società LNEnergy non commenta le posizioni politiche sulla vicenda ma non può che ritenere assolutamente valide e condivisibili le parole dell’allora Sindaco di Bomba del 2007, che ben riassumono quanto cristallizzato oggi nei recenti 3 pareri positivi dei 3 competenti Ministeri della Repubblica Italiana che si sono espressi sul nuovo progetto di sviluppo del giacimento gas di Collesanto”.

Di fronte alle imminenti fiaccolate e alle mobilitazioni, LNEnergy ribadisce con chiarezza la propria posizione:

«Rispettiamo ogni forma di manifestazione civile, ma è importante ricordare che il gas – soprattutto nella prospettiva dell’LNG e della sua versatilità come vettore energetico – è riconosciuto a livello europeo come una risorsa di transizione fondamentale (PNIEC). Garantisce stabilità, riduce la dipendenza dall’estero e si integra con le rinnovabili, contribuendo a costruire un sistema energetico più sicuro e più flessibile».

 

Marina Moretti: