Nepal: per l’abruzzese disperso “scarse probabilità di sopravvivenza”

Secondo la Farnesina Marco Di Marcello e Markus Kirchler, ancora dispersi in Nepal, hanno “scarse probabilità di sopravvivenza”. Squadra di soccorso italiana parte per le ricerche

Il ministero degli Affari Esteri conferma le informazioni sugli italiani travolti dalle valanghe in Nepal. L’abruzzese Marco Di Marcello e l’altoatesino Markus Kirchler sono ancora dispersi, ma “con scarse probabilità di sopravvivenza”. L’arrivo a Kathmandu del console italiano a Calcutta, competente per il Nepal, ha permesso di intensificare i contatti con le autorità nepalesi e con i vari tour operator.

Risulta confermato il decesso di tre alpinisti italiani: Alessandro Caputo, Stefano Farronato e Paolo Cocco (a destra nella foto con Marco Di Marcello). Le ricerche dei due dispersi riprendono oggi in un’area ben individuata.

Secondo il quotidiano Repubblica una squadra di soccorso italiana sta per partire per tentare il recupero di Kirchler e Di Marcello. La squadra di soccorso italiana Avia MEA-Evk2CNR sta per decollare con due elicotteri dall’eliporto di Kathmandu per raggiungere la zona dello Yalung Ri.

“La notizia arriva da fonti dell’alpinismo italiano direttamente da Kathmandu. – si legge sul sito quotidiano – La squadra di soccorso italiana, composta da Manuel Munari capo di Avia MEA, istruttore pilota, che dirige l’operazione in contatto con la Farnesina e il Consolato italiano a Kathmandu arrivato ieri sera nella capitale nepalese, unitamente a Michele Cucchi, arrivato dalla Piramide Laboratorio EVK2Cnr all’Everest, è pronta al decollo con due elicotteri, uno di Simrik Air e uno Eli Everest”.

Per quanto riguarda i cinque connazionali originari della provincia di Como, che prima erano irraggiungibili poiché impegnati in un trekking in un’area priva di copertura di rete telefonica, il Consolato ha ricevuto conferma che l’agenzia di Milano e l’agenzia nepalese sono riuscite a comunicare con il gruppo, stanno tutti bene e proseguiranno il loro programma, con rientro a Kathmandu l’8 novembre. I cinque erano su un itinerario diverso da quello di Di Marcello e Kirchler.

Intanto in Abruzzo, a Castellalto, non si perde del tutto la speranza di trovare vivo Marco Di Marcello, biologo 37enne con la passione per la montagna. Ieri il corpo del suo amico, il fotografo farese Paolo Cocco, è stato recuperato dai soccorritori. I familiari di Di Marcello cercano di non cedere al pessimismo, affidandosi a quel segnale Gps che ogni quattro ore continua ad aggiornarsi. La speranza è alimentata dal fatto che il segnale traccia movimenti anche in salita, mentre se Marco avesse perso il dispositivo Gps a causa della valanga, e quindi fosse lontano da lui, il segnale al massimo procederebbe in discesa in quanto scivolerebbe verso il basso. È aggrappandosi a queste considerazione che, a Villa Zaccheo, la famiglia di Marco non ha ceduto alla disperazione. Ieri lo zio paterno ha detto che ogni quattro ore ricevono notizie dal distretto di Rolwaling e che da Londra monitorano il Gps di Marco. Le ricognizioni le fa la moglie del nepalese Phurba, lo sherpa storico dell’altro alpinista abruzzese che ha raggiunto il Nepal con Di Marcello, Paolo Cocco, il cui corpo senza vita è già stato recuperato.

“Siamo convinti che Marco sia vivo e che stia cercando con i mezzi a disposizione di farsi trovare – ha detto ieri il fratello Gianni -. Sono sicuro che abbia messo il rilevatore in richiesta di soccorso, perché ha trasmesso diverse posizioni e con una frequenza più breve di aggiornamenti. Vediamo che si sposta in continuazione, lo ha fatto in salita di quota e ad una distanza di 500 metri da dove era in precedenza: poi torna indietro e noi crediamo che abbia trovato un cunicolo, abbia scavato una specie di riparo, almeno questa è la nostra speranza, dove raccogliersi per affrontare temperature e notte. Lui è forte, Marco ce la farà”.

A Bolzano, invece, sono in molti a ricordare il 29enne Markus Kirchler, dando ormai per certa la sua scomparsa anche se il suo corpo non è stato trovato né identificato.

Ciò che è certo, al momento, è che gli italiani morti sulle montagne nepalesi sono tre: il 28enne milanese Alessandro Caputo, il 45enne veneto Stefano Farronato e il 41enne abruzzese Paolo Cocco. I primi due erano nello stesso gruppo, mentre Cocco faceva parte di una diversa spedizione, alla quale partecipavano anche i dispersi Di Marcello e Kirchler.

Secondo quanto riferito dai media nepalesi, la discrepanza tra i numeri forniti dalla Farnesina e quelli delle autorità locali deriverebbe dal fatto che gli “alpinisti” hanno bisogno di un’autorizzazione del Dipartimento del Turismo, mentre gli “escursionisti” ne sono esenti. Stando ai dati ufficiali del Dipartimento, sono 28 le autorizzazioni concesse agli “alpinisti” italiani per questo autunno. Mentre l’Ufficio turistico del Nepal avrebbe rilasciato addirittura 2.705 permessi ad altrettanti “escursionisti” italiani ad ottobre.

 

Marina Moretti: