La squadra di soccorritori “sorvolando il ghiacciaio dello Yalung Ri, ha captato i rilevatori che hanno gli alpinisti che si trovano sotto la neve. La notizia è arrivata ieri dal villaggio ai piedi della montagna: a darla Munari”. L’Abruzzo non smette di sperare per Marco Di Marcello
“Sul ghiacciaio non c’è più nessuno – ha detto Munari all’Agi – abbiamo riportato al lodge anche tutti i soccorritori nepalesi. Abbiamo fatto ricerca, marcato i punti, iniziato a scavare. Domani mattina presto faremo una nuova ricerca con i rilevatori, anche se in alcuni punti ci sono anche dieci metri di neve. Se ci saranno punti certi, porteremo sul ghiacciaio dieci sherpa per scavare nella neve. Se domani non ci saranno riscontri – ha spiegato – marcheremo l’area e poi quando andrà via la neve si troverà qualcosa: l’intenzione è quella di chiudere la missione domani alle ore 14 (locali)”. Così il punto delle ricerche ieri nel tardo pomeriggio. Oggi si riprende.
E, ancora: “Oggi il tempo in Nepal era bello e gli sherpa ingaggiati per scavare hanno lavorato tutto il giorno: la neve tuttavia è tantissima, da farinosa che era si sta addensando, rendendo il lavoro più faticoso”.
Il ministero degli Affari Esteri conferma le informazioni sugli italiani travolti dalle valanghe in Nepal. L’abruzzese Marco Di Marcello e l’altoatesino Markus Kirchler sono ancora dispersi, ma “con scarse probabilità di sopravvivenza”. L’arrivo a Kathmandu del console italiano a Calcutta, competente per il Nepal, ha permesso di intensificare i contatti con le autorità nepalesi e con i vari tour operator.
Risulta confermato il decesso di tre alpinisti italiani: Alessandro Caputo, Stefano Farronato e Paolo Cocco (a destra nella foto con Marco Di Marcello). Le ricerche dei due dispersi riprendono oggi in un’area ben individuata.
In Abruzzo, a Castellalto, non si perde del tutto la speranza di trovare vivo Marco Di Marcello, biologo 37enne con la passione per la montagna. Ieri il corpo del suo amico, il fotografo farese Paolo Cocco, è stato recuperato dai soccorritori. I familiari di Di Marcello cercano di non cedere al pessimismo, affidandosi a quel segnale Gps che ogni quattro ore continua ad aggiornarsi. La speranza è alimentata dal fatto che il segnale traccia movimenti anche in salita, mentre se Marco avesse perso il dispositivo Gps a causa della valanga, e quindi fosse lontano da lui, il segnale al massimo procederebbe in discesa in quanto scivolerebbe verso il basso. È aggrappandosi a queste considerazione che, a Villa Zaccheo, la famiglia di Marco non ha ceduto alla disperazione. Ieri lo zio paterno ha detto che ogni quattro ore ricevono notizie dal distretto di Rolwaling e che da Londra monitorano il Gps di Marco. Le ricognizioni le fa la moglie del nepalese Phurba, lo sherpa storico dell’altro alpinista abruzzese che ha raggiunto il Nepal con Di Marcello, Paolo Cocco, il cui corpo senza vita è già stato recuperato.
“Siamo convinti che Marco sia vivo e che stia cercando con i mezzi a disposizione di farsi trovare – così il fratello Gianni -. Sono sicuro che abbia messo il rilevatore in richiesta di soccorso, perché ha trasmesso diverse posizioni e con una frequenza più breve di aggiornamenti. Vediamo che si sposta in continuazione, lo ha fatto in salita di quota e ad una distanza di 500 metri da dove era in precedenza: poi torna indietro e noi crediamo che abbia trovato un cunicolo, abbia scavato una specie di riparo, almeno questa è la nostra speranza, dove raccogliersi per affrontare temperature e notte. Lui è forte, Marco ce la farà”.