“Moscufo è antifascista”, esplode la polemica politica. Minacciata la giornalista di Rete8

Parla al microfono del Tg8 l’autore della scritta “Moscufo è antifascista” sotto l’immagine di Mussolini. La troupe televisiva minacciata da un passante. Il sindaco ha deprecato il gesto

Prosegue la polemica politica sulla scritta “Moscufo antifascista”. Questa mattina la giornalista di Rete8 Antonella Micolitti, arrivata a Moscufo per intervistare il professore autore della scritta, è stata minacciata verbalmente da una persona.

Micolitti stava intervistando il professore pescarese Andrea D’Emilio sotto al ritratto e al motto di Benito Mussolini, risalenti agli anni del regime fascista.
La giornalista e il professore sono stati avvicinati da un cittadino che ha interrotto la ripresa e li ha minacciati.

«Non riprendere e spegni la telecamera» ha detto alla collega.

Il clima si è immediatamente scaldato, tanto che la giornalista e il professore sono stati costretti ad andarsene.

L’episodio nel dettaglio

Un residente ha imprecato contro la cronista e ha inveito dicendo di spegnere la telecamere e non mandare in onda le riprese, poi si è rivolto con fare minaccioso a D’Emilio. L’intervista è stata interrotta, anche alcuni residenti hanno assistito alla scena. Ma il servizio è stato realizzato e va in onda nei nostri Tg, sia per dovere di cronaca che perché racconta il fatto ascoltando più voci.

“Il pensiero – afferma la giornalista – va alla città di Moscufo che certo non ha nulla in comune con un paio di personaggi che si sono inalberati alla vista della telecamera e di Andrea D’Emilio”.

Il Comitato di redazione di Rete8 esprime piena solidarietà alla collega Antonella Micolitti, vittima di minacce durante il suo lavoro a Moscufo.

“Condanniamo con fermezza ogni atto di intimidazione contro chi esercita il diritto-dovere di informare: la libertà di stampa è un pilastro della nostra democrazia e non può essere ostacolata da comportamenti violenti o aggressivi.

Chiediamo alle istituzioni locali e regionali di prendere posizione netta contro simili episodi e di garantire sempre il rispetto della libertà di cronaca”.

Il Comitato di redazione di Rete8
Federico Di Luigi
Gigliola Edmondo

L’ANPI contro Sospiri

Intanto, sul fronte delle polemiche politiche, l’ANPI critica Sospiri per le dichiarazioni su Fb, Sospiri a sua volta puntualizza che ha stigmatizzato il gesto vandalico al di là della politica.

“Un paio di giorni fa il Presidente del Consiglio regionale Sospiri ha condannato su FB un episodio accaduto a Moscufo: si tratta della scritta “Moscufo è antifa” fissata sotto un ritratto di Mussolini, bollata come “gesto incivile, quello di deturpare un paese”. Premesso che modalità come quella utilizzata per esprimere il dissenso non trovano il nostro plauso e che in un Paese normale il problema sarebbe il ritratto di un dittatore, va ricordato a chi ha scritto il post e ai tanti che lo hanno commentato richiamando in maniera nemmeno tanto velata usi e costumi del fascismo, dall’olio di ricino ad “altri metodi… MOLTO EFFICIENTI”, che la Repubblica Italiana, nata sulle ceneri del fascismo, ha l’antifascismo come suo fondamento. Riteniamo che chi riveste una carica istituzionale non esattamente secondaria avrebbe dovuto evitare alcuni passaggi che denotano una faziosità che non può in nessun modo appartenere ad un Presidente di un Consiglio regionale. Gli rivolgiamo una domanda: deturpare è concesso e si tollera soltanto quando vengono interessati simboli e personaggi dell’Antifascismo e della Resistenza? Ricordiamo ancora, per esempio, quando a Pescara la targa viaria di via Renato Berardinucci, partigiano e Medaglia d’Oro della Resistenza, fu “trasformata” in via Ezra Pound dai “fascisti del terzo millennio”: non ricordiamo, però, che ci sia stata una condanna o, almeno, una presa di posizione da parte di Lorenzo Sospiri. Così come, per salire ad un livello superiore, non ci risultano prese di posizione di nessuno delle attuali maggioranze in Italia e in Abruzzo per l’occupazione abusiva dell’attuale sede di CasaPound a Roma, in via Napoleone III: nessuna parola neppure dopo le condanne del giugno 2023 e le motivazioni del Pm Eugenio Belmonte, che aveva spiegato che l’occupazione “va avanti dal 2003, che non ha le caratteristiche delle finalità abitative e che ha causato fino al 2019 un danno all’erario stimato dalla Corte dei conti in oltre 4,5 milioni di euro, oggetto anche di un provvedimento di sequestro preventivo non eseguito per ragioni di ordine pubblico”. Evidentemente, questi reati riguardano “gli altri”.

È vero quanto sostiene il Presidente Sospiri: la storia si insegna (dopo averla studiata) ma non per fare revisionismo né propaganda. Sostenere che si “ha tutto il diritto di rivendicare l’antifascismo, se qualcuno liberamente ha voglia di ascoltarlo”, significa voler sminuire l’antifascismo stesso: è lapalissiano che si ha il diritto di rivendicarlo perché è la base dello Repubblica, non altrettanto si può fare per il fascismo, bandito dalla Costituzione. Siamo sinceri: ci saremmo aspettati una condanna dei post con toni smaccatamente fascisti e violenti prima di una loro rimozione, perché è questo che dovrebbe fare un rappresentante delle Istituzioni. Ma vogliamo dare al Presidente del Consiglio regionale un’altra possibilità per dimostrare che i valori condivisi, pure richiamati nel suo post, siano quelli opposti al fascismo: che si spenda, facendo pressione presso l’Amministrazione comunale di Pescara, per cancellare dalla lapide dedicata agli “eroi decorati di medaglia d’oro al Valor Militare”, affissa nel 2012 sul muro del Municipio, il nome di Ugo Dino Di Marzio, caduto in Spagna nel 1936 combattendo tra le file fasciste, sostituendolo con quello di Vermondo Di Federico, partigiano fucilato dai nazifascisti nel giugno 1944 e Medaglia d’Oro al Valor Militare, per l’onore e la libertà del nostro Paese. Sarebbe il modo migliore per dimostrare che ci siamo sbagliati e che i “valori condivisi” sono quelli che si oppongono al fascismo”.

ANPI Comitato Provinciale di Pescara “E. Troilo – A. Ceccherini” ETS

Fabio Lussoso: