Morti sul lavoro in Italia: a ottobre l’Abruzzo in zona arancione

In 10 mesi, in Italia, 657 infortuni mortali sul lavoro. Lombardia, Veneto, Campania ed Emilia-Romagna le regioni con più vittime. Abruzzo in zona arancione

Il settore più colpito resta quello delle Costruzioni, ma in generale le denunce di infortunio aumentano. La ricerca è stata elaborata dall’Osservatorio Vega.

L’ingegnere Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega, introduce il tema dello studio:

“I numeri e le incidenze delle morti sul lavoro anche questo mese ci ricordano che la sicurezza sul lavoro è ancora una problematica irrisolta nella nostra Penisola. Nel 2025, infatti, da gennaio a ottobre le vittime totali sono 896. Rispetto allo scorso anno si contano 6 vittime in più, con oltre metà del Paese in zona rossa e arancione. In occasione di lavoro si registrano 657 decessi, 119 dei quali nel settore dell’edilizia, che risulta essere sempre il più colpito”.

IL RISCHIO DI MORTE REGIONE PER REGIONE: I DATI A OTTOBRE 2025

A finire in zona rossa a ottobre 2025, con un’incidenza superiore a +25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 27,5 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori), sono: Basilicata, Umbria, Puglia, Campania, Sicilia e Liguria.

In zona arancione: Marche, Veneto, Trentino-Alto Adige, Piemonte, Calabria, Abruzzo ed Emilia-Romagna.

In zona gialla: Toscana e Sardegna.

In zona bianca: Lombardia, Lazio, Molise, Valle d’Aosta e Friuli-Venezia Giulia.

MORTI E INFORTUNI IN ITALIA: I NUMERI ASSOLUTI A OTTOBRE 2025

Da gennaio a ottobre 2025, sono 896 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 657 in occasione di lavoro (come ad ottobre 2024) e 239 in itinere (6 in più rispetto al 2024).

La maglia nera per il maggior numero di vittime in occasione di lavoro va ancora alla Lombardia (86). Seguono: Veneto (70), Campania (62), Emilia-Romagna (56), Piemonte (55), Sicilia (53), Puglia (48), Lazio (45), Toscana (41), Liguria (22), Marche (21), Trentino-Alto Adige e Calabria (16), Umbria e Abruzzo (15), Sardegna (14), Basilicata (11), Friuli-Venezia Giulia (8), Molise (2) e Valle d’Aosta (1).

IL FENOMENO INFORTUNISTICO PER ETÀ: GLI OVER 65 SONO I PIÙ COLPITI

L’Osservatorio mestrino elabora anche l’identikit dei lavoratori più a rischio per fascia d’età e lo fa sempre attraverso le incidenze di mortalità (numero di decessi per milione di occupati).

Nei primi dieci mesi dell’anno, guardando le vittime in occasione di lavoro, l’incidenza più elevata si registra nella fascia d’età degli ultrasessantacinquenni (86,9) e in quella compresa tra i 55 e i 64 anni (45,0), seguita dalla fascia di lavoratori tra i 45 e i 54 anni (27,3).

Numericamente, invece, la fascia più colpita dagli infortuni mortali in occasione di lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni (240 vittime su un totale di 657).

DONNE E INFORTUNI MORTALI: DIMINUISCONO IN OCCASIONE DI LAVORO, AUMENTANO IN ITINERE

In totale sono 74 le donne decedute nei primi dieci mesi del 2025 (1 in meno rispetto al 2024). Di queste, 36 hanno perso la vita in occasione di lavoro (11 in meno dello scorso anno) e 38 in itinere (10 in più del 2024), cioè nel percorso casa-lavoro.

LAVORATORI STRANIERI: RISCHIO MORTALE ANCORA PIÙ CHE DOPPIO

Sono 205 gli stranieri vittime di infortuni sul lavoro, su un totale di 896; 145 sono deceduti in occasione di lavoro e 60 in itinere. Il rischio di morte sul lavoro risulta essere più che doppio rispetto a quello per i lavoratori italiani. Infatti, gli stranieri registrano 57,7 morti ogni milione di occupati, contro i 23,9 italiani.

IL SETTORE PIÙ COLPITO

Alla fine di ottobre 2025 il settore più colpito è quello delle Costruzioni, con 119 decessi in occasione di lavoro; seguito da Attività Manifatturiere (98), Trasporti e Magazzinaggio (84) e Commercio (57).

I GIORNI PIÙ PERICOLOSI DELLA SETTIMANA

Il lunedì risulta essere il giorno più luttuoso della settimana, ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nei primi dieci mesi dell’anno (22,8%). Seguito dal venerdì (20,2%) e dal martedì (16,4%).

DENUNCE DI INFORTUNIO: IN AUMENTO

Le denunce di infortunio totali a fine ottobre aumentano del +1,2%. Dalle 491.439 registrate a fine ottobre 2024 si passa alle 497.341 di quest’anno.

Anche alla fine dei primi dieci mesi del 2025 il più elevato numero di denunce totali arriva dalle Attività Manifatturiere (59.319). Seguono: Costruzioni (32.275), Sanità (31.032), Trasporto e Magazzinaggio (28.528) e Commercio (28.134).

Da gennaio a ottobre 2025 le denunce di infortunio presentate dalle lavoratrici sono 178.755 (138.829 delle quali in occasione di lavoro), mentre quelle degli uomini ammontano a 318.586 (delle quali 274.711 in occasione di lavoro).

Le denunce dei lavoratori stranieri sono 106.774 su 497.341 (circa 1 su 5), mentre in occasione di lavoro se ne registrano 88.978 su un totale di 413.540 (ancora circa 1 su 5).

COS’È L’INCIDENZA DEGLI INFORTUNI

L’incidenza degli infortuni mortali indica il numero di lavoratori deceduti durante l’attività lavorativa in una data area (regione o provincia) ogni milione di occupati presenti nella stessa. Questo indice consente di confrontare il fenomeno infortunistico tra le diverse regioni, pur caratterizzate da una popolazione lavorativa differente.

LA ZONIZZAZIONE DELL’OSSERVATORIO SICUREZZA E AMBIENTE VEGA

 

La zonizzazione utilizzata dall’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega Engineering dipinge il rischio infortunistico nelle regioni italiane secondo la seguente scala di colori:

Bianco: regioni con un’incidenza infortunistica inferiore al 75% dell’incidenza media nazionale
Giallo: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il 75% dell’incidenza media nazionale e il valore medio nazionale
Arancione: regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il valore medio nazionale e il 125% dell’incidenza media nazionale
Rosso: regioni con un’incidenza infortunistica superiore al 125% dell’incidenza media nazionale