E’ iniziata in tarda mattinata, presso l’ospedale Santo Spirito di Pescara, l’autopsia sul corpo di Rudy Cavazza, il giostraio romano scomparso ai primi di dicembre e trovato senza vita venerdì sera in un canale a Fosso Grande.
Come può un corpo magicamente apparire a distanza di due mesi in una zona già battuta palmo, palmo, nel corso delle ricerche? Ma soprattutto, pur non essendoci evidenti segni di violenza, come è morto Rudy Cavazza? Sono queste solo alcune delle tante domande che gli inquirenti, ma soprattutto i famigliari del giostraio romano di 54 anni, scomparso da Spoltore i primi di dicembre e ritrovato venerdì scorso cadavere in un canale a Fosso Grande, nei pressi di un campo Rom, si pongono per capire che cosa può essere accaduto a Rudy negli ultimi istanti della sua esistenza. Intanto gli esiti dell’esame autoptico affidato al Medico Legale Christian D’Ovidio, su richiesta del Pm Luca Sciarretta, al suo fianco la Dottoressa Paola Vellante, incaricata, per conto della famiglia, dall’Associazione Penelope. Da qui il tentativo di mettere al posto giusto i tasselli dal suo arrivo in Abruzzo, da Roma, in compagnia del cugino, la sosta in un Motel e poi il presunto trasferimento nel campo Rom di Fosso Grande per incontrare altri cugini. Soltanto il giorno dopo la denuncia di scomparsa:
“Già dal 9 dicembre, quando sono iniziate le ricerche, noi dell’Associazione Penelope abbiamo garantito assistenza legale ed empatica ai famigliari di Rudy Cavazza – ci spiega Alessia Natali Presidente dell’Associazione Penelope Abruzzo – facciamo nostri i dubbi dei famigliari e speriamo che gli inquirenti facciano ampia chiarezza. Chiarezza a cominciare dal luogo del ritrovamento avvenuto due mesi dopo. Quella zona è stata battuta palmo palmo dalle figlie e nei giorni a seguire anche dalle Forze dell’Ordine con droni e cani molecolari. Va precisato che il corpo è stato ritrovato a circa 26 passi dal campo Rom dove Rudy si era fermato con i cugini, se non si è mai allontanato da lì, il corpo sarebbe stato certamente ritrovato i primi giorni dalla scomparsa.”
Sorge il sospetto che qualcuno possa aver portato lì il corpo in un secondo momento:
“Il dubbio è legittimo, non possiamo però affermarlo con certezza, sono gli inquirenti che dovranno accertare come sono andati i fatti, possiamo solo sperare che la verità emerga al più presto.”