Microplastiche in mare: dall’Ud’A Chieti Pescara la soluzione Aqualis

L’Università d’Annunzio Chieti-Pescara firma accordo per lo sviluppo di Aqualis, dispositivo per la rimozione delle microplastiche in mare

L’accordo di collaborazione firmato dall’Ud’A con l’azienda Aquageo di Spinea (Venezia) punta allo sviluppo di Aqualis, un dispositivo innovativo per la rimozione attiva di rifiuti galleggianti, microplastiche e idrocarburi dal mare. L’intesa è stata firmata dal Dipartimento di Scienze dell’Università Gabriele d’Annunzio Chieti Pescara diretto dal professor Marcello Buccolini.

La ricerca, sviluppata nei laboratori dipartimentali, in collaborazione con il Centro di Ateneo Terra-Mare, è volta alla validazione e al miglioramento delle performance di Aqualis, alla caratterizzazione chimico-fisica dei rifiuti raccolti, alla definizione del microbiota che si sviluppa sui rifiuti, oltre che al supporto per interventi educativi e divulgativi. Tra gli obiettivi fondamentali della collaborazione tra il Dipartimento di Scienze della d’Annunzio e Aquageo vi è anche quello di valutare sistemi e processi innovativi di riciclo dei rifiuti raccolti.

Le attività di ricerca e di ricerca applicata sono coordinate dal professor Gianluigi Rosatelli, docente di Geochimica e Geochimica Ambientale Applicata presso il Dipartimento di Scienze, e coinvolgono il professor Pietro Di Profio, docente di Chimica organica presso il Dipartimento di Farmacia, il professor Giovanni Di Bonaventura docente di Microbiologia e microbiologia clinica presso Dipartimento di Scienze Mediche, Orali e Biotecnologi, la professoressa Arianna Pompilio docente di Microbiologia e microbiologia clinica presso  il Dipartimento di Scienze Mediche, Orali e Biotecnologiche, in sinergia con il Centro di Ateneo Terra-Mare, diretto dal professor Enrico Miccadei.

“L’inquinamento da microplastiche – spiega il professor Gianluigi Rosatelli, coordinatore del progetto per conto della d’Annunzio – sta producendo contaminazione delle matrici ambientali e il loro passaggio alla catena trofica rappresenta un rischio diretto anche per la salute umana.  Lo studio dell’impatto delle microplastiche sull’ambiente e sulla salute richiede un approccio multidisciplinare, con la creazione di un network che condivida le risorse strumentali ed expertise a livello Universitario, e che, allo stesso tempo, collabori con Aziende che operano nel settore ambientale. È quello che abbiamo fatto. Ora attendiamo di verificare i risultati di quello che, grazie all’accordo tra la d’Annunzio e Aquageo, diventa uno strumento operativo all’avanguardia perché coniuga il meglio della ricerca col meglio della realtà aziendale”.

 

Marina Moretti: