Maxitruffa alle assicurazioni: inchiesta a Pescara con 60 indagati tra cui medici e avvocati

Una vasta inchiesta per frode assicurativa e alti reati, condotta a Pescara dal PM Andrea Di Giovanni e dalla Guardia di Finanza, sta per entrare nel vivo, coinvolgendo circa sessanta indagati. A rivelarlo è il quotidiano il Centro oggi in edicola

Tra gli indagati, si legge nell’articolo firmato da Maurizio Cirillo, figurano medici, avvocati, membri delle forze dell’ordine e persino un esponente della criminalità campana. Al centro dell’indagine ci sarebbe J.B., titolare di un’immobiliare e socio di un centro medico, considerato il principale artefice di un ingegnoso sistema di truffe ai danni delle assicurazioni.

Le accuse principali, mosse a 25 indagati, sono di associazione per delinquere finalizzata a fraudolenti danneggiamenti di beni assicurati e mutilazione fraudolenta della propria persona, sostituzione di persona, falso materiale e ideologico, riciclaggio e autoriciclaggio, e trasferimento fraudolento di valori. Si tratta di un vasto giro di incidenti stradali falsi o gonfiati, supportati da attestazioni e prescrizioni mediche fittizie, concentrate principalmente nel Chietino. I proventi illeciti venivano poi reinvestiti, secondo l’accusa, nell’acquisto e nella rivendita o affitto di immobili, garantendo un doppio guadagno.

Per J.B. è stata richiesta la custodia cautelare in carcere, mentre per altri 26 indagati sono stati chiesti gli arresti domiciliari. La Procura ha inoltre richiesto il sequestro preventivo di 684mila euro. L’organizzazione, strutturata in modo capillare, si occupava di ogni fase della truffa: dall’individuazione dei “sinistrati” (spesso persone consenzienti in cambio di denaro), all’accompagnamento presso studi medici “compiacenti” per visite e certificati falsi, fino all’alterazione di referti medici anche di presidi ospedalieri pubblici.

J.B. , secondo gli investigatori, era il promotore e organizzatore, pianificando ogni dettaglio e intascando circa il 30% del liquidato dalle assicurazioni. Per garantire la “tutela” dell’organizzazione, si avvaleva persino di una guardia del corpo, un esponente della criminalità organizzata campana. Il sistema, secondo le indagini svolte, coinvolgeva anche i familiari di J.B., che partecipavano a sinistri simulati e gestivano l’acquisto e la vendita di immobili. Infine, l’inchiesta ha svelato la complicità di quattro medici e tre avvocati che avrebbero fornito supporto professionale, gestendo le pratiche con le assicurazioni e allegando documentazione medica e diagnostica alterata. Tre membri delle forze dell’ordine sono anch’essi indagati per aver certificato sinistri inesistenti o fornito false rappresentazioni dei fatti. Si attendono a breve ulteriori sviluppi.

Carmine Perantuono: Laureato in Giurisprudenza, è giornalista professionista dal 1997. Ricopre il ruolo di Direttore Responsabile di Rete8.