Mariela Castro Espin a Pescara per i diritti civili

La sala consiliare del Comune di Pescara ha ospitato questa sera Mariela Castro Espin, figlia di Raul Castro e nipote di Fidel Castro, direttrice del Centro Nazionale Cubano di Educazione Sessuale (Cenesex) e deputata del
Parlamento Cubano

“Dal 2009 a Cuba è iniziato un processo di aggiornamento da parte del partito comunista di Cuba con le sue strategie. In considerazione – ha spiegato la Castro – anche dell’embargo che ha messo in difficoltà la società Cuba si è avviato processo di riforme costituzionali, approvato poi nel referendum del 2019. Riforma fondata sui diritti civili in una costituzione scritta per il popolo e con il popolo. Il cambiamento dentro al partito ha incluso il principio di non discriminazione per orientamento sessuale oltre che per l’identità di genere”. “Il codice della famiglia di Cuba sta suscitando molto interesse nelle persone che sto incontrando in questo tour in Italia. C’è interesse per come Cuba come Paese e come popolo è arrivato a una legge come questa con questa caratteristica così rivoluzionaria. Per arrivare ad un documento rivoluzionario come questo abbiamo studiato anche i sistemi degli altri Paesi, i movimenti sociali, le leggi, le politiche degli altri Paesi. Ora la gente vuole sapere come abbiamo fatto. Questo è un documento che legittima il sistema politico cubano”. Ha aggiunto ancora Mariela Castro Espin,  intervenendo ad un dibattito organizzato dall’Associazione di Amicizia Italia-Cuba, per parlare della Costituzione cubana, del Codice delle Famiglie cubano e dei diritti civili sanciti nella stessa costituzione, anche con la difesa dei diritti. All’evento coordinato da Walter Rapattoni, segretario del Circolo Pescara-Abruzzo dell’Associazione di Amicizia Italia-Cuba, hanno preso parte Marco Papacci, presidente nazionale dell’Associazione e Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista, Coordinamento Unione Popolare. Fra i presenti in sala consiliare anche il Procuratore della Repubblica di Pescara Giuseppe Bellelli.