Liceo “G.Marconi”: Le domande di “Pescara in Azione” a Zaffiri

Il mondo della politica scende in campo a sostegno del Comitato “Marconi Quo Vadis?” ed in contrasto con la gestione della vicenda da parte dell’Amministrazione Provinciale di Pescara.

Tra le note quella del Coordinamento Provinciale di “Pescara in Azione” che da tempo segue con apprensione le sorti della storica scuola pescarese. Il Coordinatore provinciale Stefano Torelli, dopo aver ampiamente criticato il presidente della Provincia Antonio Zaffiri, decide ora di porre apertamente delle domande sperando in risposte concrete.

La vicenda è nota ai più – si legge nella nota – il Liceo va demolito e ricostruito per problemi strutturali, appalto già assegnato, lavori pronti a partire, ma in due anni non si è stati in grado di trovare una soluzione alternativa con il prossimo anno scolastico post-pandemico, alle porte. Si susseguono tavoli su tavoli, all’Ufficio Scolastico Provinciale ed anche in Regione dove sarebbe stata data la  disponibilità a stanziare fondi per l’affitto dei locali per ospitare temporaneamente gli studenti.

“Da tempo il Coordinamento Provinciale di “Pescara in Azione” segue con interesse e preoccupazione gli sviluppi della vicenda, ma a questo punto, lasciando da parte critiche ed accuse sulla gestione dell’intera vicenda, pretende risposte adeguate dal presidente della Provincia di Pescara, Antonio Zaffiri: Quali sono stati i passaggi che hanno portato a questa situazione – chiede intanto Stefano Torelli coordinatore provinciale di “Pescara in Azione” – vista l’assenza di documentazione da parte dei Vigili del Fuoco, sulla base di quale relazione tecnica è stata disposta la demolizione dell’edificio, e se si era a conoscenza dell’instabilità della struttura già da più di un anno, perché è stato consentito a studenti, professori e personale amministrativo di entrare ed uscire come se nulla fosse per oltre sette mesi in questo plesso? Quali passi sono stati compiuti per assicurare che, alla ripresa delle attività, gli oltre 1.500 studenti, ed i circa 200 tra docenti ed amministrativi, abbiano un tetto sotto il quale studiare, insegnare e lavorare? Per quale ragione non è stato ipotizzato il ricorso ad una struttura temporanea, tipo M.U.S.P., considerando che già da due anni si era a conoscenza della necessità di dover abbattere e ricostruire la scuola e dunque vi era tutto il tempo per provare a percorrere questa strada?”

Manifestando la più totale solidarietà nei confronti di coloro che si stanno battendo per questa vicenda paradossale, a partire dal Professor Giovanni D’Ursi che continua nel suo sciopero della fame, alla dirigente Alessandra Bianco e a tutti gli altri docenti ed impiegati del “Marconi”, Pescara in Azione è pronta a dare, in ogni circostanza ed in ogni modo, il suo contributo affinché si giunga ad una definitiva soluzione.