Le Fiamme Gialle di Lanciano scoprono distributore itinerante abusivo

Scoperto un distributore di carburante itinerante e abusivo dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Chieti, in particolare le Fiamme Gialle di Lanciano

I finanzieri della Compagnia di Lanciano – diretti dal Capitano Domenico Siravo – nell’ambito delle azioni di contrasto all’economia illegale e al termine di indagini svolte anche con lunghi appostamenti, a Villa Santa Maria  hanno scoperto un distributore di carburante privo di licenza.

Nel corso dell’intervento, finalizzato al controllo del rispetto delle vigenti disposizioni di legge in materia di deposito e circolazione dei prodotti energetici soggetti ad accisa, le Fiamme Gialle frentane hanno sorpreso l’uomo in flagranza di reato, proprio mentre stava rifornendo un’autovettura erogando il carburante in uscita da una cisterna montata su un autocarro leggero.


Oltre a risultare sprovvisto della licenza prevista per gli impianti di distribuzione di carburante, il soggetto, un cinquantenne di Sant’Angelo del Pesco (IS), non è stato in grado di dimostrare la lecita provenienza del carburante commercializzato.
Durante la ricognizione dell’area interessata, i militari rilevavano la presenza di quattro cisterne di stoccaggio, dalla capacità complessiva di 70.000 litri (dotate di pistole erogatrici e contalitri digitali), poste sotto sequestro insieme a 4.650 litri di sostanza petrolifera, un autocarro leggero, un terminale POS per i pagamenti al fornitore del prodotto e ad una banconota da 50 € appartenente al cliente. Il carburante diesel era venduto a 1,40 al litro. Il titolare dell’attività è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Lanciano per i reati di “Sottrazione all’accertamento o al pagamento dell’accisa sui prodotti energetici” e “ricettazione”.
Gli accertamenti, ancora in corso, proseguono al fine di accertare l’origine del combustibile venduto illecitamente.
Il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Chieti, il colonnello Michele Iadarola, ha sottolineato come il ricorso alle frodi alle accise arrechi gravi danni alle entrate dello Stato violando le regole sulla libera concorrenza e generando effetti distorsivi sui prezzi a danno degli operatori onesti, nondimeno è il rischio per l’ambiente e la salute.