Attacco hacker Asl1: il Pd chiede le dimissioni della Verì

Durissimo il Pd aquilano, presente però in conferenza stampa anche con dirigenti provinciali, dopo l’attacco hacker che dal 3 maggio ha paralizzato la Asl 1 con la diffusione di dati sensibili sul dark web. Chiedono conto alla Asl e al manager ma anche le dimissioni dell’assessore Verì e del manager Romano

Si tratta del secondo appuntamento con la stampa su questo tema targato Dem. Una vicenda dai contorni gravissimi, ha detto il consigliere comunale Stefano Albano:” Avevamo posto delle domande precise alla classe dirigente e alla filiera che governa la Asl per rappresentare il grido di sofferenza dei cittadini, frutto dei disagi che stanno vivendo non solo per la diffusione dei dati ma anche perché la gente non comprende il silenzio della Asl. Ma nulla, nessuna certezza”

L’attacco hacker non si poteva prevedere ma la Asl ha fatto il possibile per mettere in sicurezza le persone? Questo è il punto secondo il Pd aquilano e regionale. Risposte a 15 giorni dall’attacco hacker non ce ne sono state, neanche dal sindaco dicono che eppure è la massima autorità rappresentando  il comitato ristretto dei sindaci. Un silenzio grave e inaccettabile per i dem, considerando che c’è una normativa che impone che entro 72 ore dall’attacco vanno messi in campo dei meccanismi a tutela dei cittadini.

“Ci aspettiamo le dimissioni della filiera di governo e in particolare dell’assessore Nicoletta Verì e del manager Ferdinando Romano”. Il Pd ha richiesto un’audizione del manager in commissione comunale. Peraltro c’è un tavolo permanente in Regione con le parti sociali e questo ha fatto emergere molte preoccupazioni.

Eva Fascetti, rappresentante della donne democratiche e medico, ha espresso forte preoccupazione perché la violazione dei dati potrà portare anche problemi a lungo termine, non visibili ora. La situazione per la Fascetti è fuori controllo: “Il punto non è l’aver subito l’attacco, il problema è che vogliamo sapere se il manager ha fatto tutto ciò che era in potere e in dovere per proteggere i dati sensibili della Asl. Un punto è anche quello del personale, ci risulta che ci sono solo due unità lavorative a fronte di 28 addetti che sono alla Asl di Teramo. Risulta al Pd peraltro che era stato nominato un responsabile che si è dimesso”.

C’è anche l’obbligo, poi, di notifica di violazione dei dati che l’azienda doveva dare agli utenti secondo una legge europea. È stato fatto? La violazione dei dati personali, ha spiegato la Fascetti, è molto grave. Basti pensare a ciò che potrebbero fare grandi compagnie assicurative in possesso dei dati. Le Ricadute insomma potrebbero essere economiche a distanza.