L’Aquila: le Costarelle fortezza d’Italia col più alto numero di detenuti al 41 bis

Da metà anni ’90 nel linguaggio penitenziario nazionale dire le Costarelle e dire carcere duro è praticamente la stessa cosa. Il penitenziario dove è stato assegnato Matteo Messina Denaro, a Preturo, è di fatto in mezzo al nulla: un’isola detentiva lontana dalla città, l’ideale per un carcere di massima sicurezza

La struttura è stata ultimata nel 1986 ed è entrata in funzione nel 1993: già dal 1996 fu adibita quasi interamente alla custodia di detenuti sottoposti a particolari regimi di alta sicurezza che alloggiano in celle singole. Da una capienza iniziale di 150 detenuti si è poi passati ad un massimo di 300, compresi i carcerati comuni. All’inizio l’apertura di questo istituto con le finalità descritte non fu vista con grande
favore dalla comunità aquilana.

E’ considerata una delle opere del ‘Pentapartito’: alla fine degli anni ’80 la città con il contributo del sottosegretario alle Finanze Domenico Susi (Psi), al Governo per 9 anni consecutivi con 3 esecutivi diversi, si dotò di nuove strutture come la scuola della Guardia di Finanza e appunto il carcere. Significativo che entrambe le strutture non solo hanno resistito al sisma del 2009, ma sono anche diventate proverbiali per la loro sicurezza. Fu insomma subito concepito per favorire il passaggio dall’art. 90 degli anni ’70 -che riguardava la sicurezza in carcere- alla evoluzione nell’attuale 41 bis.

Ora ospita dodici donne – essendo l’unico penitenziario con la sezione femminile per il regime 41bis – e circa 160 maschi e prevede anche aree riservate. Non ha mai dato vita a particolari episodi, proprio per la sua rigida e ferrea gestione. All’inizio degli anni duemila furono gli stessi agenti penitenziari a scioperare per la difficile vita interna e per l’adeguamento degli organici, anche perchè la struttura in quegli anni si gonfiò di detenuti pericolosi dopo la chiusura di Pianosa e Asinara.

Qui fu trasferita e sta tuttora Nadia Desdemona Lioce, l’irriducibile delle nuove Br condannata all’ergastolo per gli omicidi D’Antona e Biagi. Nel super carcere de L’Aquila sono stati ospitati detenuti eccellenti come il boss mafioso Leoluca Bagarella – che sconta l’ergastolo per strage -, Raffaele Cutolo della Nuova camorra organizzata, l’esponente dei casalesi Francesco Schiavone detto Sandokan, l’esponente della Mala del Brenta Felice Maniero. Qui fu detenuto anche Totò Riina.

https://www.rete8.it/cronaca/messina-denaro-da-ieri-in-abruzzo-ipotesi-carcere-laquila/

Con l’arresto di Matteo Messina Denaro si assottiglia l’elenco dei latitanti di massima pericolosità facenti parte del “programma speciale di ricerca” del gruppo Interforze. Si tratta di Attilio Cubeddu (Cosa Nostra), nato il 2 marzo 1947 a Arzana (Nuoro) e ricercato dal 1997 per non aver fatto rientro, al termine di un permesso, nella Casa Circondariale di Badu è Carros (Nuoro), ove era ristretto, per sequestro di persona, omicidio e lesioni gravissime. Il 18 marzo 1998 sono state diramate le ricerche in campo internazionale, per arresto ai fini estradizionali. Giovanni Motisi (Anonima Sequestri), nato il primo gennaio
1959 a Palermo, ricercato dal 1998 per omicidi, dal 2001 per associazione di tipo mafioso ed altro, dal 2002 per strage ed altro; deve scontare la pena dell’ergastolo; il 10 dicembre 1999 sono state diramate le ricerche in campo internazionale, per arresto ai fini estradizionali. Renato Cinquegranella (Camorra), nato il 15 maggio 1949 a Napoli, ricercato dal 2002 per associazione per delinquere di tipo mafioso, concorso in omicidio, detenzione e porto illegale di armi, estorsione ed altro; il 7 dicembre 2018 sono state diramate le ricerche in campo internazionale, per arresto ai fini estradizionali. Infine Pasquale Bonavota (‘ndrangheta), nato il 10 gennaio 1974 a Vibo Valentia, ricercato dal 2018 per “associazione di tipo mafioso” e “omicidio aggravato in concorso”.