I sindacati impegnati nella vertenza dello stabilimento Aura a L’Aquila ascoltati dai Capigruppo del Consiglio regionale Abruzzo
Lo stabilimento Aura Materials di L’Aquila è chiuso da ottobre. Da allora i lavoratori non percepiscono lo stipendio, né tantomeno arretrati e tredicesima. Senza contare che la cassa integrazione ordinaria è scaduta dopo l’utilizzo delle 52 settimane previste, mentre quella straordinaria non è mai stata attivata.
Questa mattina alcuni lavoratori si sono recati davanti al Palazzo dell’Emiciclo, dove è in corso il Consiglio regionale sul Bilancio. Successivamente hanno incontrato i Capigruppo consiliari.
A dare notizia dell’incontro è il consigliere regionale del PD Pierpaolo Pietrucci. Di seguito la sua nota:
“Sulla vertenza Aura stiamo accelerando i tempi per trovare una soluzione positiva e salvare il posto di lavoro ai 52 dipendenti che non prendono lo stipendio da mesi, alcuni dal settembre scorso. Una questione, quella dei lavoratori della Aura, che non può essere rimandata alle calende greche, poiché alla Srl proprietaria dell’azienda non è stato approvato dal ministero del lavoro il piano per l’accesso alla cassa integrazione straordinaria. Questo perché nella documentazione presentata dalla proprietà aziendale mancano colpevolmente alcuni requisiti necessari per l’approvazione.
Questa mattina, accompagnati da noi e dalla sindacalista Fiom Cgil Elvira De Sanctis, i lavoratori sono stati sentiti dalla Conferenza dei capigruppo. Dobbiamo dire che l’assessora al lavoro Tiziana Magnacca, dal canto suo, ha dato la massima disponibilità per accelerare i tempi per la soluzione della vertenza. I tempi però sono stretti, visto che a fine febbraio scadrà la prescrizione del giudice che si sta occupando del caso per dare corso o alla cessione dell’azienda, alla quale sarebbero interessate quattro società, o alla procedura fallimentare. Nei prossimi giorni della vertenza si discuterà anche nella Conferenza dei capigruppo in Consiglio comunale. C’è da sottolineare che su questa vicenda non si deve operare in termini di schieramento, poiché il diritto al lavoro non risponde a logiche di partito; e tutte le forze politiche, sia in Regione che in Comune, dovranno lavorare all’unisono per raggiungere un risultato positivo”.
