Le ricerche del polacco disperso sul Gran Sasso proseguono. Il ritrovamento del cane, vivo, difficilmente però fornirà delle indicazioni utili ai soccorritori
Pirat è stato affidato alle cure della Guardia di Finanza e trasferito in una clinica veterinaria per tutte le cure e i controlli del caso.
Il cane é in condizioni critiche, denutrito. Con il suo collare rosso si aggirava nella zona della seggiovia. Ha trascorso oltre venti giorni in condizioni proibitive, del resto. Si ipotizza che possa essere rimasto vicino al padrone ed essere sceso poi a valle per fame, per puro istinto di sopravvivenza.
Potrebbe dare indicazioni il suo ritrovamento? Difficile dirlo, ma si pensa di no. All’Aquila è arrivata intanto anche la sorella di Brozek, Diana, per seguire le ricerche con un’amica polacca che vive in Italia da tanti anni. Diana ha riconosciuto il cane e continua a sperare anche nel ritrovamento del fratello, seguendo la pista fornita dai segnali Gps del suo orologio Garmin che ha fornito qualche indicazioni ma ormai tanti giorni fa.
Karol sarebbe salito lo scorso 19 novembre con i suoi cani verso la zona del Corno Grande intorno alle 8 e poi sceso a quota 2800 metri alle 13 circa dello stesso giorno. Le immagini della videocamera di Campo Imperatore confermano di fatto questi orari.
Però è difficile che il ritrovamento del cane possa fornire indicazioni utili, come si spiegava. Intanto spuntano anche alcuni testimoni che avrebbero incrociato il cane in quota. Di certo l’animale non era nella zona dove si sono concentrate le ricerche del polacco da parte dei soccorritori del Soccorso Alpino e Speleologico d’Abruzzo e del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza.
L’ipotesi più probabile è che l’uomo sia caduto e che si trovi molto più sotto dei punti rilevati. Di certo il tempo altalenante in quota non ha aiutato le ricerche.